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Rai, stop a conflitti d’interesse di agenti di star e conduttori, Fico: “Nuova epoca”

È stata approvata ieri in Commissione di vigilanza Rai la risoluzione che limiterà i conflitti d’interesse degli agenti degli artisti, evitandone lo strapotere. Fico: “Finalmente le cose in Rai cambieranno, perché regolando l’attività dei manager dello spettacolo ci sarà più trasparenza nelle trattative”. Segnali distensivi da parte di Di Maio, dopo i conflitti interni al M5S degli ultimi giorni: “Traguardo storico”, ha commentato il vicepresidente della Camera.
A cura di Annalisa Cangemi
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Svolta in Commissione di vigilanza Rai. Ieri è passata all'unanimità la risoluzione che limiterà i conflitti di interesse in Rai: in particolare la mozione riguarda gli agenti degli artisti, che fino a questo momento a Viale Mazzini sono riusciti a imporre compensi record per i loro assistiti: "Finalmente le cose in Rai cambieranno, perché regolamentando l’attività dei manager dello spettacolo ci sarà più trasparenza nelle trattative e apertura nell’ambito delle produzioni e dell’ideazione dei palinsesti. Verrà così superato il blocco di potere che in questi anni ha fatto il bello e il cattivo tempo", ha scritto sulla sua pagina Facebook Roberto Fico (M5S), presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Il via libera della bicamerale è arrivato all'unanimità dopo lo slittamento del voto la scorsa settimana, nonostante i malumori di diversi esponenti Pd che avrebbero preferito un testo più morbido. Entro 90 giorni la Rai dovrà adeguarsi al nuovo regolamento, che nonostante sia un atto di indirizzo non potrà essere ignorato. "È una delle questioni fondamentali che come presidente della Vigilanza Rai ho posto fin dal primo giorno e su cui la Commissione ha lavorato in questi anni", ha detto Fico.

Cosa contiene la risoluzione della Commissione di vigilanza Rai

Nove i punti sostanziali del documento: in primo luogo come recita il post, il conflitto di interesse verrà evitato all'interno dell'organico delle trasmissioni: "Non si potrà affidare la produzione di programmi a società controllate o collegate ad agenti che rappresentino artisti presenti negli stessi programmi". E il divieto andrà allargato anche a quelle società di produzione legate in qualche modo, anche tramite appalti parziali, agli artisti. Le limitazioni riguarderanno anche il numero di artisti contrattualizzati nello stesso programma: non potranno lavorare insieme più di tre artisti rappresentati dallo stesso manager.

Ancora sui conflitti di interesse è raccomandato che la Rai, anche attraverso Rai-Cinema, non co-produca "Film con società di cui siano titolari agenti che rappresentino artisti legati alla tv pubblica da rapporti contrattuali in essere". E per favorire l'industria nazionale cinematografica alcune risorse dovranno essere destinate alla stipula di contratti con produttori indipendenti, anche per dedicare maggiore attenzione anche ai giovani autori; per questi ultimi dovrà essere creata un'apposita struttura aziendale dedicata ai rapporti con il Dams o con l'Istituto sperimentale di cinematografia.

E ancora nel documento approvato si legge che la Rai dovrà rendere note le parcelle degli agenti, nell'ambito di una maggiore trasparenza. E questo significa che le parcelle per gli agenti dovranno essere scorporate dallo stipendio degli artisti (sono gli artisti che pagano i manager) e pubblicati sul sito dell'azienda. La Rai dovrà inoltre vigilare sul contenuto dei format esterni, affinché questi ultimi non siano un modo per incrementare gli introiti di artisti, conduttori e giornalisti. E tra i criteri per la valutazione dei format bisognerà considerare anche la loro possibile commerciabilità all'estero.

L'endorsement di Di Maio

Di Maio si è congratulato pubblicamente per la risoluzione: "Traguardo storico in Commissione di Vigilanza Rai, i miei complimenti a Roberto Fico. Avanti così!". Il presidente della Commissione di vigilanza, durante la kermesse di Rimini in cui è stato dato l'annuncio della vittoria di Di Maio alle primarie, non ha fatto il suo intervento dal palco.

Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno espresso alcune perplessità: tra questi Salvatore Margiotta che non ha partecipato al voto, ha sottolineato che "la risoluzione crea una dissimmetria ed un grave svantaggio per il servizio pubblico. Stupisce che il Pd abbia sposato le tesi dell'opposizione". Soddisfatta invece Forza Italia.

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