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Ragusa, prima di uccidere Alice Simone ha chiamato la madre: “Prendetevi cura delle bambine”

Emergono ulteriori dettagli sull’omicidio suicidio di Ragusa: prima di sparare alla moglie Alice Bredice e di togliersi la vita, il poliziotto Simone Cosentino avrebbe telefonato alla madre per chiederle di prendersi cura delle sue bambine. Propria una delle due figlie ha poi chiamato i nonni per dare l’allarme. Tra i motivi, la volontà della vittima di lasciare il marito.
A cura di Ida Artiaco
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Alice Bradice e il marito Simone (Facebook).
Alice Bradice e il marito Simone (Facebook).

"Prendetevi cura delle mie bambine, sto uccidendo Alice". Simone Cosentino, 42 anni e assistente capo della Polizia in servizio presso la Questura di Ragusa, avrebbe telefonato alla madre poco prima di esplodere tre colpi con la sua pistola d'ordinanza contro la moglie, Alice Bredice, torinese di 33 anni, mentre stava dormendo e poi rivolgere quella stessa arma contro se stesso. Un dettaglio importante questo, che riporta Il Giornale di Sicilia e che rivelerebbe che il gesto dell'uomo non è stato frutto di un raptus momentaneo ma anzi un atto premeditato. Nonostante la coppia, sposata da 8 anni e con due figlie di 6 e 7 anni, fosse considerata da tutti molto affiatata e nonostante sui social si scambiasse reciproci messaggi d'amore, i due stavano attraversando un periodo difficile. È probabile, infatti, come sta emergendo nelle ultime ore, che Alice avesse in mente di lasciare Simone. Intanto, proseguono le indagini degli inquirenti per cercare di ricostruire le ultime ore di vita dei coniugi.

Nei giorni precedenti alla tragedia, Alice era tornata a Sant'Ambrogio di Torino, un piccolo paese della Val di Susa, sua città natale e il luogo in cui aveva conosciuto ormai 10 anni fa quello che sarebbe diventato il marito, insieme alle figlie piccole. Al suo rientro, Simone ha preso 4 giorni di ferie per stare insieme alla sua famiglia. Solo poche ore prima del delitto, proprio il poliziotto ha lasciato su Facebook un messaggio d'amore alla moglie. "Ti ho dedicato tutta la mia vita. Ti amo". Poi, all'improvviso, la tragedia: nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 aprile, l'uomo avrebbe prima chiamato la madre per chiederle di badare alle loro bimbe e poi avrebbe esploso 3 colpi contro Alice, che stava dormendo, e poi contro se stesso con la sua pistola d'ordinanza. Le figlie, di 6 e 7 anni, uditi gli spari, in lacrime avrebbe chiamato i nonni paterni che hanno a loro volta lanciato l'allarme.

Sul posto sono intervenuti quel punto gli agenti della Mobile di Ragusa, coordinati dal sostituto procuratore Giulia Bisello. La vicenda si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno su tutta la comunità, dove i due erano molto conosciuti. Secondo i loro amici e conoscenti non c'era stato nessun campanello d'allarme che avrebbe mai potuto far pensare ad un epilogo del genere. Ma evidentemente c'era dell'altro. E ora spetta agli inquirenti ricostruire dinamica e movente di quanto avvenuto. Intanto, il magistrato di turno ha disposto il sequestro delle salme, anche se non è prevista al momento l'autopsia.

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