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Raccontare l’amore attraverso l’arte: i 5 capolavori più suggestivi

San Valentino commemora il mondo degli innamorati: lo raccontiamo attraverso i più celebri capolavori che descrivono il più alto dei sentimenti. Canova, Giotto, Caravaggio, Magritte, Hayez ecco gli artisti che dalla scultura alla pittura hanno plasmato l’amore nell’arte.
A cura di Federica D'Alfonso
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‘L'amor che move il sole e le altre stelle', così si esprimeva Dante Alighieri nel ‘Paradiso' della sua ‘Divina commedia' per descrivere il più alto dei sentimenti, che tutto può. Fonte di ispirazione per poeti, letterati e artisti: chiunque si è fatto coinvolgere e ispirare da questo antico sentimento. Ecco 5 fra i capolavori più emblematici e suggestivi del mondo dell'arte che per sempre saranno associati al sentimento dell'amore.

1. Amore e Psiche di Canova.

La scena è tratta dalla leggenda di Apuleio, e appartiene alla produzione cosiddetta “mitica” di Canova. I due amanti sono immortalati nel momento prima del bacio, in una tensione perfetta di armonia e classicità uniche nel suo genere. La fiaba di Amore e Psiche è narrata da Apuleio nelle sue Metamorfosi: Psiche è una fanciulla bellissima, di bellezza quasi pari a una dea. E proprio ad una dea viene paragonata dai numerosi pretendenti. Venere, gelosa di lei, invia suo figlio Eros affinché scocchi la freccia e la faccia innamorare dell'uomo più brutto, avaro e meschino della terra; ma il dio sbaglia mira e la freccia d'amore colpisce invece il proprio piede ed egli si innamora perdutamente della fanciulla. Cupido la trasporta al suo palazzo dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua: così per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto. Psiche è prigioniera nel castello di Eros, legata da una passione che le travolge i sensi. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, che Eros le aveva detto di evitare, con un pugnale ed una lampada ad olio decide di vedere il volto del suo amante, nella paura che l'amante tema la luce per la sua natura malvagia e bestiale. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia d'olio cade dalla lampada e ustiona il suo amante:

Colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata, d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia della disperata sposa.

2. Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro di Giotto

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Le Storie di Gioacchino e Anna si ispirano al Protovangelo di san Giacomo e allo Pseudo Matteo (in latino) e al De Nativitate Mariae, che si ritrovano poi anche, rielaborati, nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze. Modelli iconografici furono poi manoscritti miniati di origine bizantina, magari attraverso le derivazioni occidentali, anche se l'artista rinnovò profondamente tali modelli applicando la sua sensibilità moderna, in linea con i principi degli ordini mendicanti. Dopo essere stato cacciato dal Tempio di Gerusalemme per essere ritenuto sterile e quindi non benedetto da Dio, Gioacchino si rifugiò in ritiro presso i pastori delle montagne. Nel frattempo Anna, convinta di essere rimasta vedova, aveva avuto un miracoloso annuncio da un angelo che le aveva rivelato che presto avrebbe avuto un bambino. Nel frattempo anche Gioacchino aveva sognato un angelo, che lo confortava come Dio avesse ascoltato le sue preghiere e dovesse tornare a casa dalla moglie. La scena mostra dunque l'incontro tra i due, che secondo lo Pseudo Matteo, avvenne davanti alla Porta d'Oro o Porta Aurea di Gerusalemme, dopo che entrambi erano stati avvisati da messaggeri divini. Da sinistra proviene infatti Gioacchino, seguito da un pastore, e da destra Anna, seguita da un gruppo di donne diversificate per classe sociale, studiate accuratamente nelle acconciature e negli abiti. I due consorti vanno incontro l'uno all'altro e, subito fuori dalla porta, su un ponticello, si scambiano un affettuoso bacio, che allude alla procreazione ‘senza macchia': infatti Anna rimase subito dopo incinta.

3. Narciso alla fonte di Caravaggio

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Il soggetto del dipinto è Narciso ritratto mentre si specchia nell'acqua di una fonte, nelle Metamorfosi Ovidio parla di un luogo chiuso e molto ombroso da essere quasi buio cercando un contatto fisico con il suo riflesso, di cui il fanciullo si è infatuato credendolo reale. In particolare, qui l'artista dipinge il momento che precede la scoperta dell'inganno: infatti, l'immagine che Narciso vedeva nella pozza d'acqua altro non era che la proiezione di se stesso. Il profeta Tiresia il quale predisse che Narciso avrebbe raggiunto la vecchiaia, “se non avesse mai conosciuto se stesso.”Nemesi, ascoltando questi lamenti, decise di punire il crudele Narciso. Il ragazzo, mentre era nel bosco, si imbatté in una pozza profonda e si accucciò su di essa per bere. Non appena vide per la prima volta nella sua vita la sua immagine riflessa, si innamorò perdutamente del bel ragazzo che stava fissando, senza rendersi conto che fosse lui stesso. Solo dopo un po' si accorse che l'immagine riflessa apparteneva a lui e, comprendendo che non avrebbe mai potuto ottenere quell’amore, si lasciò morire struggendosi inutilmente; si compiva così la profezia di Tiresia.

4. Gli amanti di Magritte

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Il quadro raffigura due amanti che si baciano appassionatamente, con le teste coperte da un panno bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare, suscitando una certa inquietudine e angoscia. Possiamo considerarlo il “bacio della morte”? Un bacio tra due defunti, o in procinto di essere tali? Privati dei sensi della vista e del tatto, dell'esperienza sensibile, agli amanti è vietato di conoscersi. Le interpretazioni sono e saranno molteplici e la riflessione a cui l'opera deve condurre l'osservatore è stata da sempre la volontà dell'artista: un'interpretazione che non deve mai giungere ad una conclusione definitiva. Nascondendo i volti, rendendoli non visibili, il pittore vuole mostrare i molteplici significati del reale attraverso nuovi punti di vista. Un “vedere oltre” esoterico, oracolare e non razionale che spesso si rifà anche alle poesia veggente di Arthur Rimbaud. Come spiega lo stesso pittore:

C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente.

5. Il bacio di Hayez

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La scena è ambientata in un vago internomedievale, forse l'androne di un castello, dove si sta consumando un appassionato quanto sensuale bacio tra due giovani amanti, in un clima di romantica sospensione. L'uomo ha un ruolo dominante, trattenendo saldamente tra le mani il capo ed il viso dell'amata; al contrario, quest'ultima si abbandona passivamente alle effusioni, limitandosi a stringere le spalle dell'amato con il braccio sinistro. I due corpi si compenetrano abbandonandosi a una travolgente passione.

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