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Raccolta differenziata 2012: ecco dove funziona e dove invece è “scandalosa”

Il rapporto di Legambiente sulla percentuale di raccolta differenziata in Italia premia i comuni che riciclano almeno il 65% dei propri rifiuti (richiesta per legge solo dal 2012). Spiccano sopratutto i piccoli centri del nord-est. Non sorridono le metropoli, male il centro e il sud.
A cura di Biagio Chiariello
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raccolta differenziata 2012 legambiente

Una notizia buona, una così così e una cattiva dai dati sulla raccolta differenziata in Italia, pubblicati nell'iniziativa di Legambiente, i «Comuni ricicloni», l'annuale indagine sulla gestione dei rifiuti urbani. Da un lato abbiamo, infatti, un dato che fa sorridere, cioè il fatto che un comune su 7 ha raggiunto, nel 2011, almeno il 65% di raccolta differenziata, che la legge nazionale impone come percentuale minima solo a partire da quest’anno. E' vero che i Comuni che hanno superato tale soglia sono "solo" il 13% del totale, però se a queste 1.123 municipalità che possono fregiarsi dell'appellativo "riciclone" venissero aggiunte anche le 365 che hanno comunque superato il 60% di raccolta differenziata richiesto dalla legge per il 2011, si arriverebbe a quota 1.488, ossia 1 Comune su 5 pari al 18% del totale.

La volata dei piccoli centri – Ma va pure detto che nel dossier emerge come qui 1123 comuni siano sopratutto piccoli centri. Secondo la campagna di Legambiente, in testa alla classifica si colloca, per il terzo anno consecutivo e di certo non è un caso, Ponte nelle Alpi (Bl), paesino di 8.500 abitanti che ricicla l'87,7% dei suoi rifiuti. Poi spiccano tutti comuni che superano appena i 10mila residenti come Preganzio e Roncade (Tv) e Vattaro (Tn) al Nord; Montelupo Fiorentino (Fi) e Oriolo Romano (Vt) al Centro e Sala Consilina e Tortorella (Sa) al Sud. Tanto per capirci, tra i comuni capoluoghi con più di 100mila abitanti che superano la soglia minima per entrare in "classifica" ci sono solo Pordenone, con un invidiabile 77,5% e Salerno (l’unico capoluogo di Provincia del sud), dove chi non fa la differenziata finisce su Internet. Assenti completamente, per il quarto anno consecutivo, i capoluoghi del centro Italia.

raccolta differenziata 2012 infografica

Male il centro e il Meridione – La notizia cattiva è relativa al fatto che il sud e il centro sono quasi pressoché assenti dai «Comuni ricicloni» d'Italia. L'88,81% di questi è infatti al Nord. Precisamente a Nord-Est. Come si vede nella tabella, la zona di Trentino, Friuli e sopratutto Veneto rappresenta lo "zoccolo duro" d'Italia. Una costante premiante, visto che la top ten dei "ricicloni" è presidiata da Comuni veneti o trentini e nelle prime 50 posizioni sono 46 quelli dell'area. Pensare che solo quest'anno tra i primi 30 in classifica, si sono aggiunti anche due municipalità piemontesi. Lo scorso anno bisognava scendere fino alla 45a posizione, prima di incontrare un comune che non fosse veneto o trentino. I nodi al pettine vengono però attraversando lo Stivale. Nel Centro Italia emergono solo le Marche, dove la differenziata è salita del 6,13% rispetto allo scorso anno (ora è al 14,6% della totalità); la Toscana non va oltre il 4,5%. Più si scende e più le cifre percentuali, relativi ai comuni che superano il 65% di differenziata, si abbassano: Lazio 2%, Campania 7,3%, Sicilia 1%, Puglia 0,4%, Calabria 0,2% e Basilicata addirittura 0%. Male anche la Sardegna che fa segnare un trend negativo del 6,35% rispetto al 2011. Ma c'è da dire che anche altre regioni settentrionali non se la passano bene, una su tutte è la Valle d'Aosta dove nessuno dei 74 comuni raggiunge la soglia minima per essere "riciclone".

Le regioni
Le regioni

Le grandi città e la maglia nera di Roma – Non soddisfano neppure i dati delle grandi metropoli. Milano non va oltre il 34%, Torino si assesta al 40%. E poi c'è Roma  che, dopo l'esaurimento della discarica di Malagrotta e il caso Corcolle, «é scandalosamente in emergenza», commenta Legambiente. La capitale ricicla solo il 34% della sua immondizia, una percentuale ben al di sotto dei dati dei comuni più virtuosi.  Il dossier "Comuni Ricicloni 2012" «restituisce un'Italia a due velocità – osserva Andrea Poggio, vice direttore di Legambiente – Un migliaio di comuni è  ancora fermo all'anno zero». Ma bisogna essere ottimisti: «L'aspetto significativo  -aggiunge Poggio – è che il gruppo intermedio, in fase di transizione verso l'efficienza, in tempi brevi riesce a raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell'organico».

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