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Quali emozioni di fronte ad un quadro? A Milano il primo studio che unisce arte e neuroscienze

L’esperimento è stato condotto nelle Gallerie d’Italia di Milano: l’obiettivo, stabilire quali opere d’arte hanno il maggior impatto emotivo sullo spettatore. Caravaggio è uno dei più apprezzati.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il Martirio di Sant'Orsola di Caravaggio, conservato presso il Palazzo Zevallos di Napoli.
Il Martirio di Sant'Orsola di Caravaggio, conservato presso il Palazzo Zevallos di Napoli.

Paul Klee diceva che l’arte rende visibile ciò che non sempre lo è. Molto spesso a passare inosservato è il forte impatto emotivo e sensoriale che le opere d’arte possono avere sul pubblico: concentrazione visiva, memoria e addirittura la sudorazione sembrano essere fattori estremamente importanti quando ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte, e conoscere i processi psicofisici che li determinano può risultare fondamentale per rinnovare il modo in cui ci approcciamo all'arte. Ecco perché le Gallerie d’Italia hanno chiesto aiuto ad un team di scienziati: per rendere visibile ciò che non lo è.

Nasce così il progetto “Arte e Innovazione” promosso dall'Intesa San Paolo Innovation Center che, in collaborazione con una società specializzata in neuro-marketing, ha cercato di “misurare” l’esperienza di fruizione artistica per alcune opere esposte alle Gallerie d’Italia di Milano. Obiettivo della ricerca, quello di unire arte e scienza al fine di elaborare nuove esperienze museali che coinvolgano appieno il pubblico non solo da un punto di vista meramente “intellettivo”.

L’esperimento: quali reazioni suscita Caravaggio?

L’esperimento ha riguardato un campione di trenta visitatori a contatto con le opere d’arte esposte in questo momento alle Gallerie d’Italia di Milano per la mostra “L’Ultimo Caravaggio”: tre diverse versioni del “Martirio di Sant'Orsola” rispettivamente realizzate da Caravaggio, Bernardo Strozzi e Giulio Cesare Procaccini, e l’Ultima Cena, sempre realizzata dal pittore bolognese.

I ricercatori hanno raccolto i dati relativi alle risposte psicofisiologiche suscitate dalle quattro opere d’arte, con particolare attenzione ai movimenti oculari: attraverso l’uso di particolari occhiali è stato possibile individuare i punti sui quali lo sguardo dell’osservatore si è concentrato maggiormente, e grazie ad un braccialetto per la rilevazione della micro sudorazione periferica sono state registrate le differenti reazioni del corpo di fronte ai quadri.

Le opere di maggiore impatto psicofisico sono risultate il Martirio di Sant'Orsola di Caravaggio e l'Ultima Cena di Procaccini: la prima ha ottenuto un’alta risposta di piacevolezza mentre la seconda ha registrato il più alto grado di engagement suscitando maggiore attenzione. Seppur basata su un campione ristretto di opere e di pubblico, la ricerca ha evidenziato dati importanti che potrebbero aprire la strada ad un nuovo modo d’intendere le esposizioni d’arte e, in generale, il rapporto del pubblico con l’arte.

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