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Puglia invasa dai pappagalli tropicali: colpa del cambiamento climatico

I parrocchetti monaci della specie Myiopsitta Bonaparte sono diventati stanziali in Puglia a causa del surriscaldamento climatico e del clima tropicale: si tratta di una specie autoctona in Sudamerica.
A cura di Davide Falcioni
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La Puglia è invasa dai pappagalli verdi; certo, si tratta di animali bellissimi, ma è tutt'altro che una buona notizia. La massiccia presenza di questi volatili nelle campagne baresi e dell'Alta Murgia è infatti una conseguenza del cambiamento climatico e delle alte temperature di questi mesi che hanno indotto i parrocchetti monaci della specie Myiopsitta Bonaparte a diventare stanziali in questo territorio, dove si cibano prevalentemente di mandorle e frutta. Il primo insediamento è stato segnalato a Molfetta, ma ora stanno prendendo possesso di città e campagne a Bisceglie, Giovinazzo, Palese, Grumo Appula, raggiungendo altri luoghi e costruendo nidi multifamiliari.

Si tratta di pappagalli molto socievoli che hanno la tendenza a creare gruppi numerosi e stabili con i quali si spostano alla ricerca di cibo. La specie è originaria del Sudamerica, ma sembra aver trovato anche in Puglia un habitat ideale tanto da essere diventata sempre più invasiva, i non pochi danni per le coltivazioni. E' stata proprio Coldiretti a denunciare. "Le segnalazioni si stanno moltiplicando – commenta Savino Muraglia, presidente regionale dell’associazione di categoria – ormai è sempre più frequente avvistare stormi di pappagalli che attirano l’attenzione con suoni acuti persistenti".

Questi pappagalli sono ghiotti di mandorle. Con il becco, sono in grado di rompere il guscio, prendere il frutto e lasciare l’involucro esterno attaccato ai rami. Gli agricoltori hanno lanciato l’allarme, consapevoli che la regione sia diventata per loro un ambiente ideale nel quale vivere e riprodursi. Coldiretti denuncia: "Fanno il paio con i pappagalli gli storni che colpiscono particolarmente il settore olivicolo, con un danno fra il 30% e oltre il 60% soprattutto nelle zone a ridosso del mare, Adriatico e Jonio, dove gli agricoltori non hanno strumenti per arginare la presenza eccessiva e sono in progressivo aumento degli storni divenuti stanziali. Il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale. Si sta sottovalutando un problema che alcune aree è veramente grave e ingestibile".

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