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Processo Ruby, il pg: “La bugia sulla nipote di Mubarak il centro di tutto”

Lo ha detto il sostituto pg De Petris durante il processo d’appello all’ex premier, condannato a sette anni in primo grado.
A cura di Biagio Chiariello
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Silvio Berlusconi parlò di Karima El Marough, alias Ruby Rubacuori, alla questura di Milano come “la nipote di Mubarak”. Circostanza, però, “palesemente falsa", come affermato dal pg di Milano Piero De Petris nel processo di secondo grado a carico dell’ex premier condannato il 24 giugno di un anno fa a sette anni di carcere per concussione e prostituzione minorile. Nella prima parte del suo intervento, il rappresentante della pubblica accusa ha provato a smontare, uno per uno, i motivi d’appello presentati dalla difesa. Il caso Ruby, ha detto De Petris, è stato fondato sulla “bugia” di Berlusconi, secondo cui l’allora minorenne Karima era imparentata con l’ex premier egiziano.

La "bugia" sulla parentela con Mubarak

Il magistrato ha parlato di “radicale falsità” di tale circostanza, evidenziando che la competenza del procedimento non può essere assegnata al tribunale dei ministri, come richiesto dalla difesa, perché il reato di concussione è stato commesso  “senza dubbio” a Milano con la telefonata effettuata dall’allora presidente del Consiglio nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 per convincere i vertici della questura di Milano ad affidare l’allora minorenne ‘Ruby’ all’ex consigliere regionale Nicole Minetti e non alla comunità per minori, così come aveva disposto il pm di turno quella notte.

Clooney o Cristiano Ronaldo testimoni al processo Ruby?

De Petris ha anche ricordato come la Corte Costituzionale, bocciando all’epoca il conflitto di attribuzione sollevato sul caso Ruby, spiegò che “l’ordinamento democratico non consente deroghe all’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. Per quanto concerne la possibilità di sentire come testimoni “Clooney o Ronaldo”, che gli avvocati di Berlusconi vorrebbero portare nel processo, il magistrato ha detto che tale eventualità ha un rilievo processuale ”uguale a zero” ma solo “un interesse mediatico”.

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