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Primarie PD, i costi assurdi per votare online: almeno 4 euro a testa

Quest’anno le primarie del Partito Democratico prevedono la possibilità di votare dall’estero per via telematica. Annunciata la novità nel pomeriggio del 25 aprile, la decisione ha provocato accese polemiche. Il comitato di Andrea Orlando sostiene sia illegittima e non prevista dai regolamenti e inoltre il voto online costerà non 2, ma ben 4 euro. L’aggravio, sostiene il Pd, servirebbe a coprire i costi di gestione della piattaforma.
A cura di Charlotte Matteini
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Tra pochi giorni, domenica 30 aprile, attivisti, iscritti e simpatizzanti del PD potranno recarsi ai gazebo sparsi in tutto il territorio italiano per votare il futuro segretario del Partito Democratico. In corsa per la segreteria tre sfidanti: l'ex presidente del Consiglio e segretario dimissionario Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano. Anche i cittadini italiani residenti all'estero potranno votare il nuovo segretario del Partito Democratico e avranno due modi per farlo: recandosi nei seggi allestiti nella propria città di residenza, oppure per via telematica. La novità del voto dall'estero online è stata comunicata solo pochi giorni fa e ha scatenato accese polemiche. Il comitato di Andrea Orlando, per esempio, si è scagliato contro la decisione, definendola improvvisa e sottolineando non sia prevista dal regolamento delle primarie del Partito Democratico. Ma un altro particolare rischia di scatenare un'ulteriore accesissima polemica, ed è quello del contributo richiesto per usufruire della piattaforma online: sin dagli albori, per poter partecipare alle primarie del Partito Democratico è sempre stato richiesto un contributo economico di due euro (o comunque un'offerta libera superiore ai due euro). Quest'anno però, non solo è stata introdotta il voto telematico, ma questo voto telematico prevede un contributo minimo di 4 euro, il doppio rispetto a quello richiesto al gazebo.

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Dunque, gli attivisti, simpatizzanti e iscritti al Pd che volessero partecipare al voto sfruttando la piattaforma telematica dovranno quindi versare via PayPal almeno 4 euro, mentre se decideranno di recarsi ai gazebo allestiti all'estero il costo del voto sarà pari ai tradizionali due euro da sempre richiesti. Nel form di registrazione da compilare obbligatoriamente per accedere al voto telematico dall'estero, però, la somma aggiuntiva non è specificata, tantomeno se ne fa menzione nel regolamento delle primarie. La notizia è stata comunicata dalla pagina Facebook In Cammino – Europa, che rappresenta il comitato estero sostenitore della mozione Renzi – Martina, nel primo pomeriggio del 25 aprile. Tra i vari commenti che si trovano sotto i post pubblicati dal Partito Democratico su Facebook, alcuni utenti chiedono delucidazioni sul costo previsto per la piattaforma online. Raggiunto da Fanpage.it, il Partito Democratico ha fatto sapere che il costo aggiuntivo previsto per l'utilizzo del voto online servirebbe a coprire i costi derivanti dalla gestione della piattaforma dedicata "perché il servizio costa parecchio, non sono soldi che incassiamo noi, ma il fornitore".

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La protesta del comitato Orlando: "Voto online illegittimo"

Il candidato alla segreteria e ministro della Giustizia Andrea Orlando ha duramente contestato la scelta di introdurre la possibilità di votazione dall'estero online in quanto non prevista da alcun regolamento: "Pur con il massimo senso di responsabilità che abbiamo tenuto fino a oggi, nonostante le numerose difficoltà nelle quali siamo chiamati a operare non possiamo più condividere alcune scelte imposte senza dialogo tra le parti, e incompatibili con i tempi congressuali del Pd e le pari condizioni dei candidati, frutto di comportamenti non sempre trasparenti che mettono in difficoltà persino la Commissione per il congresso all'estero e i suoi componenti", si legge nella nota diffusa dal comitato estero a sostegno della mozione Orlando.

"In particolare ci riferiamo alla possibilità del voto on line in vista delle primarie del 30 aprile. In una comunicazione ufficiale dello scorso 13 aprile della Commissione per il Congresso all'estero veniva annunciata l'impossibilità di seguire questa procedura, salvo poi dover scoprire che tale possibilità di votazione era in realtà praticabile ma che era notizia certa solo per i sostenitori della mozione Renzi in Europa. Sostenitori di Renzi che si sono adoperati per tempo per la sua fruizione".

"Non esiste alcuna regola o delibera nazionale che preveda il voto online. È illegittimo mandare fuori comunicazioni ufficiali in totale contrasto con le regole così come è illegittimo aver modificato la piattaforma delle primarie. Le regole non si possono cambiare a pochi giorni dal voto. Visti i fatti, dunque, ci rendiamo conto che è evidente che c'è chi scavalca le Commissioni e prende decisioni che poi le commissioni dovrebbero ratificare ex post, compresa la commissione nazionale. Non siamo d'accordo. Rispettiamo e vogliamo che siano a loro volta rispettati persone e luoghi decisionali e il principio della massima condivisione. Vogliamo che tutti siano messi nelle medesime condizioni di competitività".

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