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Prima del leone Cecil, il dottor Palmer uccise anche un rarissimo orso bruno

Una foto scattata nel 2006 mette nuovamente sotto accusa il dottor Waltyer Palmer, lo stesso che ha ucciso il leone Cecil in Zimbabwe.
A cura di Davide Falcioni
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Che il dottor Walter Palmer non fosse uno stinco di santo è ormai cosa nota a tutti: il dentista è accusato di aver ucciso il leone Cecil, simbolo dello Zimbabwe, durante una battuta illegale di caccia e dopo aver sborsato una tangente da 55mila dollari a dei guardiani di un parco naturale. Non solo: l'uomo non si è limitato ad uccidere il felino, ma l'ha fatto soffrire per almeno 40 ore dopo averlo infilzato con una freccia.

Ebbene, l'ondata di indignazione in tutto il mondo ha fatto sì che molti andassero a rovistare nella vita passata di Palmer. In pochi giorni una sua ex assistente ha raccontato di essere stata molestata sessualmente mentre è notizia di oggi che il bracconaggio è un vecchio vizio del dentista: una foto di 9 anni fa, infatti, lo ritrae mentre posa con un orso bruno, ovviamente appena ucciso. Anche in quell'occasione il rarissimo animale venne ammazzato senza nessuna pietà poi esibito orrendamente come un trofeo, senza nessun rispetto e senza nessun pudore. Anche per quell'episodio Palmer venne accusato e condannato, patteggiando una multa da 1900 dollari. All'epoca si credeva che la sanzione sarebbe bastata a fargli passare il brutto vizio, ma evidentemente non ha sortito alcun effetto vista la sorte che ha riservato a Cecil, leone simbolo di uno dei paesi più affascinanti dell'Africa.

Dopo l'uccisione del felino Palmer ha goffamente tentato di difendersi: "Ignoravo totalmente che il leone fosse conosciuto e fosse il preferito del parco”. Il leone era stato attratto con un'esca all'esterno dei confini del parco nazionale Hwange, poi ferito con una freccia avvelenata e infine ucciso dopo una lunghissima agonia. Il medico non aveva avuto alcuna pietà ed aveva decapitato l'animale per custodirne la testa come un trofeo. L'uomo non sapeva che il suo gesto avrebbe suscitato indignazione e rabbia in tutto il mondo.

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