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Prezzi dei medicinali gonfiati del 1.000%: sotto accusa venti case farmaceutiche

Venti importanti case farmaceutiche sono state denunciate in 44 stati USA con l’accusa di aver stretto accordi illegali e gonfiato arbitrariamente il prezzo dei medicinali.
A cura di Davide Falcioni
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Pfizer, Teva, Novartis, Mylan. Sono tra le venti case farmaceutiche accusate dalle procure generali di 44 stati USA di aver stretto accordi illegali per gonfiare fino al mille per cento il prezzo dei farmaci. La denuncia, frutto di cinque anni di indagini, è stata sporta dal procuratore generale del Connecticut, William Tong, che ha individuato nello specifico 15 persone tra dirigenti responsabili delle vendite, del marketing e dei prezzi. Il procuratore l’ha definita “una delle più vergognose e dannose cospirazioni per la determinazione dei prezzi nella storia degli Stati Uniti”. Secondo la tesi dell'accusa più di cento medicinali avrebbero subito un incredibile aumento dei prezzo: tra gli altri anche lamivudine-zidovudine, usato dai malati di HIV; budesonide, un farmaco contro l’asma; fenofibrate, che ostacola il colesterolo alto. Non mancano inoltre antibiotici orali, fluidificanti del sangue, antitumorali e farmaci contro il diabete e la depressione. “Sappiamo tutti che i farmaci prescritti possono essere costosi”, ha dichiarato Gurbir Grewal, procuratore generale del New Jersey. “Ora sappiamo che gli alti prezzi dei farmaci sono stati spinti in parte da un complotto illegale tra le compagnie di farmaci generici per gonfiare i loro prezzi”.

Secondo l'accusa le multinazionali farmaceutiche coinvolte avrebbero fissato i prezzi di alcuni medicinali accordandosi, aumentandoli anche del mille per cento nel periodo tra luglio del 2013 e gennaio 2015. "Abbiamo le prove per dimostrare che l’industria farmaceutica ha perpetrato una truffa multimiliardaria ai danno del popolo americano", ha affermato il procuratore generale Tong, definendola "una gravissima violazione delle leggi sulla concorrenza. Abbiamo email, messaggi, intercettazioni telefoniche e testimonianze di ex impiegati, e siamo convinti che dimostrino che le aziende farmaceutiche hanno cospirato per anni per fissare i prezzi e dividersi quote di mercato per un grandissimo numero di farmaci generici". La principale azienda produttrice di farmaci generici al mondo – Teva – sarebbe stata la protagonista dell'operazione illecita aumentando i prezzi su quasi 400 formulazioni di 112 farmaci generici, dando così il via a un autentico "cartello".

Dal canto suo Teva ha smentito ogni accusa e in una nota ha dichiarato: “Teva continua a rivedere la questione internamente e non si è impegnata in alcuna condotta che potrebbe portare a responsabilità civile o penale”. Anche Pfizer ha negato tutto.

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