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Prega verso La Mecca in stazione a Venezia, fermato: in uno zaino pietre e un machete

L’uomo notato insieme a un gruppo di persone alle 4.30 del mattino da una guardia giurata che ha avvertito la polizia. L’uomo col machete arrestato, aveva avvicinato gli altri poco prima invitandoli a pregare con lui .
A cura di Antonio Palma
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Alcuni fermi di polizia a seguito del ritrovamento di un machete e delle pietre in uno zaino di una persona ha animato ieri mattina  la stazione ferroviaria di Venezia. A dare l'allarme è stata una guardia giurata in servizio in zona insospettito dalle preghiere di un gruppo di persone ad un'ora così insolita, circa le 4.30 del mattino. Il vigilantes ha immediatamente chiamato la polizia per i controlli del caso, ma quando gli agenti hanno perquisito i sospetti hanno scoperto, con stupore, che nello zaino di uno di loro vi era un machete e delle grosse pietre. Come raccontano le cronache locali, il gruppetto era composto da sei persone, tutte inginocchiate verso la Mecca per pregare Allah

Quando si sono accorti del vigilantes però sono andati via disperdendosi in varie direzioni e quando gli agenti sono arrivati sul posto sono riusciti a bloccarne solo due. Perquisendoli hanno scoperto che uno era un giovane di 24 anni, con passaporto turco, attualmente residente in Slovenia per motivi di studio, mentre un altro era un 49enne in possesso di un documento di identità turco e di un permesso di soggiorno tedesco intestato però a un’altra persona. Proprio nello zaino di quest'ultimo gli agenti infine hanno scoperto un grosso machete e delle pietre così per entrambi è scattato il fermo.

La scoperta ha allarmato la polizia anche alla luce dell'aggressione da parte di un uomo su di un treno in Germania e il caso è stato affidato alla Digos e al Servizio centrale antiterrorismo. Dai successivi controlli con le autorità tedesche quindi è stato scoperto che la persona fermata era diversa da quella indicata dai tedeschi in base ai documenti. Per questo l'uomo è stato arrestato per false attestazioni a pubblico ufficiale sull’identità personale e denunciato per il possesso del machete. Il 49enne infatti non ha saputo spiegare bene il possesso del grosso coltello raccontando che sarebbe dovuto servire per la festività islamica del sacrificio.

Più chiara la pozione dell'altro fermato per il quale scatterà la richiesta di riammissione in Slovenia. Rintracciati e identificati dalla polizia nelle ore successive anche gli altri quattro del gruppetto, tra cui una donna. Anche loro come il 24enne hanno raccontato che sarebbero entrati in contatto con il 49enne solo brevemente, per via della comunanza linguistica. Sarebbero stati avvicinati dall'uomo in stazione e poi invitati a pregare insieme.

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