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Posta su Facebook foto di Mussolini e Hitler: militare indagato per apologia del fascismo

La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo: il pm ha disposto accertamenti nei confronti di un sottufficiale in servizio nel compartimento marittimo di Gallipoli, in quanto ritenuto responsabile di aver condiviso una serie di immagini e citazioni inneggianti al Ventennio. La difesa del sottufficiale: “Profilo falso”.
A cura di Susanna Picone
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Un militare indagato con l’accusa di apologia del fascismo dopo aver condiviso su Facebook immagini e citazioni inneggianti al Ventennio tra cui foto di Benito Mussolini, di Adolf Hitler e fotomontaggi vari riconducibili al fascismo. A riportare la notizia è “La Gazzetta del Mezzogiorno” secondo cui il militare in questione è un sottufficiale in servizio nel compartimento marittimo di Gallipoli. La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo e il pm Luigi Mastroniani ha disposto una serie di accertamenti nei confronti del militare. Secondo le informazioni del quotidiano, l'inchiesta sarebbe partita dopo l'esposto di una volontaria di un'associazione che si occupa di accoglienza dei migranti, che nel corso di un'operazione di sbarco avrebbe assistito a un comportamento irriguardoso del sottufficiale in questione nei confronti di membri dell'associazione. Successivamente la donna avrebbe visionato il profilo Facebook del militare e così avrebbe scoperto e quindi denunciato la presenza di foto, immagini e fotomontaggi riconducibili al Ventennio.

La difesa del militare indagato: “Si tratta di un profilo falso” – Stando alle accuse, il militare avrebbe condiviso oppure postato direttamente una serie di immagini con croci uncinate o con Adolf Hitler e Benito Mussolini e anche foto di proiettili con scritte sarcastiche e razziste rivolte a migranti. E ancora, altre immagini condivise sul profilo Facebook riportavano commenti ironici nei confronti delle più alte cariche dello Stato. Da parte sua, il militare avrebbe respinto ogni accusa: la sua difesa, in particolare, sostiene che quello finito nel mirino della procura sia un profilo falso. Per questo è stata depositata anche una memoria difensiva con cui i legali del militare indagato contestano sia le modalità di indagine che i risultati.

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