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Porti aperti a navi militari, per Di Maio è colpa degli 80 euro di Renzi. L’ex premier: “È una bugia”

I vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno puntato il dito contro i governi precedenti, e in particolare contro Renzi, ‘colpevole’, secondo loro, di aver barattato la flessibilità con l’apertura dei porti alle navi militari straniere cariche di migranti. Renzi: “La flessibilità non c’entra nulla con le politiche migratorie. Nulla. Era un accordo politico di risposta all’austerità del Fiscal Compact. La scelta di accogliere in Italia i migranti deriva dall’accordo di Dublino del 2003”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Matteo Renzi si difende dalle accuse lanciate dal ministro degli Interni Matteo Salvini, che ieri ha annunciato di voler negare lo sbarco non solo alle navi delle ong, ma anche alle navi militari straniere. Il pattugliatore irlandese Samuel Beckett, che partecipa all'operazione EunavFor-Med, coordinata da Frontex, ha ricevuto il via libera a sbarcare ad attraccare nel porto di Messina, grazie ad accordi europei precedentemente stipulati dall'Italia. La nave aveva a bordo 106 migranti. Il titolare del Viminale ha commentato così:

"Dopo aver fermato le navi delle Ong, giovedì porterò al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta italiana di bloccare l'arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali attualmente presenti nel Mediterraneo. Purtroppo i governi italiani degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è cambiata e cambierà".

La Difesa ha già risposto che la questione non è di competenza del vicepremier. Ma il ministro dei Traporti Danilo Toninelli ha ribadito le intenzioni di Salvini, definendo l'accordo di Sophia "folle", e attaccando l'ex segretario del Pd, che avrebbe "svenduto gli interessi dell'Italia".

Questa mattina, in un'intervista, è il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a ripetere che l'ex premier, per poter ottenere una maggiore flessibilità nel bilancio, ha deciso di aprire i porti alle navi militari europee: "Finché la missione Eunavformed rimane in piedi, gli unici porti sono quelli italiani ma l'obiettivo nostro è cambiare le regole di ingaggio della missione" – ha detto Di Maio a Radio1 – "Mi ricordo che un anno fa sono stato a parlare con Frontex e mi spiegarono che il governo Renzi diede la disponibilità di portare i migranti nei porti in cambio di punti di flessibilità usati per il bonus degli 80 euro. Noi chiederemo flessibilità senza barattarla in cambio dell'apertura dei porti".

Matteo Renzi, in un lungo post su Facebook, ha respinto le accuse, sottolinenando che la flessibilità, attuata come conseguenza del Fiscal Compact, non è collegata in alcun modo con le scelte fatte nella gestione dell'immigrazione, le cui regole sono state stabilite con il regolamento di Dublino"Due ministri del Governo italiano, Di Maio e Toninelli, continuano a mentire anche oggi a proposito di flessibilità europea e immigrazione. Quei due o sono bugiardi o sono ignoranti, nel senso che ignorano i fatti. E mi spiace dirlo, trattandosi di membri del Governo del nostro Paese. Basta però ricordare la realtà" – spiega – "La flessibilità – annunciata a Strasburgo il 13 gennaio 2015 – era parte integrante dell'accordo per eleggere Juncker. Non c'entra nulla con le politiche migratorie. Nulla. Era un accordo politico di risposta all'austerità del Fiscal Compact. Sono due dossier politici diversi. La scelta di accogliere in Italia i migranti – invece – deriva dall'Accordo di Dublino del 2003 (governo Forza Italia-Lega). L'accordo sulla missione Sophia, nel 2014, di cui parlano i due ministri, dava invece all'Italia il potere/dovere di scegliere in quali porti far attraccare le vari navi per evitare che tutte si dirigessero a Pozzallo. Ma il principio giuridico dell'accoglienza in Italia deriva dall'accordo di Dublino, non dalla flessibilità. Essendo obbligati ad accogliere tutti noi, chiedemmo di poter coordinare le azioni di sbarco e non farle coordinare alle istituzioni europee: mi sembra logico e doveroso, trattandosi del nostro territorio".

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