Pordenone, donna di origini asiatiche schiaffeggiata al bar: “Torna a casa tua”
"Salvini ha ragione, torna nel tuo paese"; poi un violentissimo schiaffo e altri insulti. L'ennesimo preoccupante episodio di razzismo è avvenuto in un bar di Pordenone sabato scorso, il 2 marzo, e a farne le spese è stata Thananon Srichompoo, una sessantenne di origini thailandesi ma da anni ormai in possesso anche della cittadinanza italiana che è stata picchiata e umiliata in pubblico da un avventore italiano. I fatti sono avvenuti al Camera Caffè del quartiere di Borgomeduna, bar gestito da cinque anni da cinesi e frequentato soprattutto da pordenonesi residenti nella zona.
Thananon Srichompoo, vittima delle violenze, ha 60 anni e vive da molto tempo a Pordenone, lavorando alla Base di Aviano. Sabato, poco prima delle 20, la donna avrebbe avuto un banale diverbio con un avventore seduto a un tavolo del bar, che l'avrebbe apostrofata dicendole "a me devi rivolgerti in italiano”, "tu sputi nel piatto dove mangi", “torna al tuo paese”, arrivando poi a colpirla con un violento schiaffo. La donna è stata aiutata dagli altri clienti del bar e ha chiamato i carabinieri, prontamente intervenuti. Thananon ha riferito ai militari di aver visto altre volte quell'uomo nel locale, ma di non averci mai parlato. L'aggressione fisica è scattata quando la donna ha detto all'uomo, che la stava insultando, "perché non la smetti di parlare?".
La scena è stato ripresa per intero dalle telecamere di videosorveglianza e il filmato è già stato acquisito e visionato dai Carabinieri. I titolari del Camera Caffè hanno raccontato che l'uomo frequentava spesso il loro locale ma che mai aveva compiuto un gesto del genere; anche la donna si recava spesso al bar ed è una loro amica.
Le violenze e gli insulti sono stati condannati anche dall'amministrazione comunale di Pordenone: “La signora vive da tanti anni a Pordenone ed è impegnata nel sociale: gestisce la colonia felina di via Montini dove abbiamo aperto un gattile – ha spiegato l’assessore comunale all’Ambiente, Stefania Boltin – Episodi come questo non devono accadere e vanno fortemente condannati”. Boltin è un esponente di primo piano della Lega in città, ma non ha dubbi: “Parliamo di una cittadina italiana integrata da tanti anni. La condanna per quanto accaduto è ferma. In questi giorni la contatterò personalmente”. C'è da augurarsi che la stessa fermezza sarebbe stata adottata se la vittima non fosse stata "cittadina italiana" da anni.