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Pompei: scoperti affreschi di amorini e delfini dopo 2000 anni dall’eruzione

Pompei è una scatola dei tesori senza fondo. E così ogni giorno c’è una nuova scoperta. Stavolta succede agli scavi in corso al Regio V, da cui emergono come conigli dal cilindro degli affreschi dopo duemila anni dalla coperta di lapilli che li hanno protetti fino a noi. Ad annunciarlo è il direttore del parco archeologico, Massimo Osanna.
A cura di Redazione Cultura
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Pompei è una scatola dei tesori senza fondo. E così ogni giorno è una nuova scoperta. Stavolta succede agli scavi in corso al Regio V, da cui emergono come conigli dal cilindro degli affreschi dopo duemila anni dalla coperta di lapilli che li hanno protetti fino a noi. Ad annunciarlo è il direttore tweet-star del parco archeologico, Massimo Osanna, che ha postato sui social le foto scattate personalmente col suo smartphone. E così ecco che dal lapillo vien fuori una finestra con ancora al suo posto la pesante grata in metallo che la chiudeva. Oltre a un romantico affresco con un amorino e i delfini, già emersi alcune settimane fa quando lo scavo della Regio V venne presentato al pubblico. Non possono mancare poi delle anfore, ma quelle ormai non rappresentano più una novità.

L'intervento al Regio V rientra nel Grande Progetto Pompei e durerà circa due anni per un costo complessivo di circa 8,5 milioni di euro. I lavori procedono per sottocantieri al fine di continuare a garantire la fruibilità del sito. Lo scavo del cuneo sta portando in luce strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno ad arricchire la conoscenza del sito e lo stato di avanzamento della ricerca archeologica. Il primo stadio di intervento ha previsto la rimozione di tutta quella parte di terreno proveniente dagli scavi di fine ‘800 e ‘900, che veniva riversato nella zona del cuneo. Al di sotto di questi livelli è stata riportata in evidenza la stratigrafia vulcanica, con il livello di cenere sovrapposto agli strati di lapillo.

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