Poliziotto ucciso sugli Champs-Elysées: il compagno lo sposa con nozze postume
Il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e l'ex Presidente della Repubblica francese Francois Hollande hanno partecipato ieri sera al matrimonio postumo di Etienne Cardiles con Xavier Jugelé, l'agente di polizia ucciso nell'attentato terroristico del 20 aprile sugli Champs-Elysées mentre era di guardia insieme a un collega. Lo rende noto il quotidiano transalpino Le Parisien, che racconta che le nozze si sono svolte alla presenza di pochissimi invitati, tra i quali diverse autorità. Era presente anche il ministro dell'Interno Gérard Collomb. La cerimonia si è svolta nella sede del comune del XIV arrondissement della capitale francese.
Il matrimonio postumo ha valore effettivo esattamente come le nozze che si celebrano normalmente. La legge francese prevede che, qualora la volontà di un coniuge sia stata inequivocabile, l'altro coniuge possa richiedere la possibilità di celebrare ugualmente il rito in forma ovviamente civile. Il caso di Etienne Cardiles e Xavier Jugelé rientra tra quelli "estremamente gravi" per i quali si può ricorrere alle nozze postume. Il 20 aprile scorso l'agente stava terminando il servizio di sorveglianza davanti a un centro culturale turco sui Campi Elisi quando è stato colpito dai proiettili esplosi con un kalashnikov da un uomo, islamico radicalizzato, sceso da un'auto nel bel mezzo della strada. Un attentato vero e proprio rivendicato poche ore più tardi dallo Stato Islamico. Jugelé era poliziotto ma anche un attivista per i diritti degli omosessuali: lui stesso, infatti, era gay e iscritto, oltre che al sindacato nazionale di polizia, a Flag!, l'associazione di lesbiche, gay, bi e trans della polizia e della gendarmeria.
Cinque giorni dopo la morte di Xavier Jugelé il suo compagno aveva pronunciato un discorso estremamente commovente. "Soffro ma senza odio. Perché quest'odio non ti somiglia", aveva detto l'uomo parafrasando Antoine Leiris, che aveva perduto la moglie durante gli attentati del 13 novembre 2015. "Ti piaceva questo tipo di missione – aveva ricordato Cardiles – perché gli Champs-Elysées sono l'immagine della Francia, la cultura. In quell'istante, in quel posto il peggio è arrivato".