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Poliziotta morta in ospedale per un calcolo, nuova denuncia della famiglia di Valeria

“Quello che è successo a mia figlia non deve più accadere”, ha dichiarato il padre della 27enne Angela Valeria Lepore che ha presentato una nuova querela contro le strutture sanitarie pugliesi dove la figlia era stata portata e dove poi è morta dopo un calvario clinico.
A cura di Antonio Palma
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"Mia figlia stava bene. Era un agente della polizia penitenziaria, non aveva problemi di salute. Poi improvvisamente ha accusato un dolore al fianco ed è stata portata in ospedale. I  medici, dopo una ecografia, hanno diagnosticato la presenza di un calcolo renale, Ci dicevano che non era nulla di grave, che doveva sottoporsi ad un intervento di routine, ma mia figlia con il passare delle ore stava sempre più male. Aveva la febbre, la pressione bassissima, la vista annebbiata. Poi il trasferimento  in rianimazione e la morte dopo ben tre interventi. Quello che è successo a mia figlia non deve più accadere. Valeria è morta per un calcolo". È lo straziante racconto del padre di  Angela Valeria Lepore, la 27enne di Toritto (Bari), agente di Polizia Penitenziaria, deceduta nel luglio 2014 dopo un calvario tra tre ospedali pugliesi.

L'uomo, a nome di tutta la famiglia, ora ha deciso di presentare una nuova querela contro i medici che hanno tenuto in cura la figlia quell'estate di tre anni fa durante un vacanza in Puglia. La nuova accusa mossa ai medici del Policlinico di Bari dalla famiglia della vittima è di omissione di atti d'ufficio per il mancato rilascio di tutta la documentazione sanitaria relativa alla morte dell'agente.  Il padre della ragazza, Giuseppe Lepore, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Michele Vaira, ora ha depositato in Procura a Bari una denuncia in cui ricostruisce "il calvario clinico" della figlia fino "alla sua tragica ed ancora inspiegabile morte". In particolare la famiglia denuncia che, nonostante numerose richieste, parte della documentazione relativa agli esami svolti a Bari, dalla quale si evincerebbero responsabilità fino ad ora non accertare, non sarebbe stata consegnata all'autorità giudiziaria e neppure ai familiari.

L'inchiesta iniziale sul decesso aperta dalla Procura di Bari, che vedeva indagati i medici di tre diverse strutture sanitarie, intanto è andata avanti. È stato richiesto il rinvio a giudizio per i due medici dell'ospedale Maria Santissima Annunziata di Taranto dove la giovane era stata trasferita dal  pronto soccorso di Manduria, è stata archiviata invece l'inchiesta che coinvolgeva altri 8 medici, mentre pende la posizione di ulteriori tre sanitari.

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