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Via l’assegno di invalidità ai disabili: la follia dell’Inps che vuole abolire la debolezza

L’INPS ha comunicato che non verserà più l’assegno di invalidità alle persone disabili che lavorano, indipendentemente da quanto guadagnano. Io propongo anche pizzicotti nei fianchi ai disabili al cinema, e ricci di mare sotto al cul* alle persone con disabilità che ancora pretendono di viaggiare.
A cura di Saverio Tommasi
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Persone con disabilità
Persone con disabilità

L’INPS ha comunicato che non verserà più l’assegno di invalidità alle persone disabili che lavorano, indipendentemente da quanto guadagnano.
Facciamo un esempio: oggi guadagni 100 euro distribuendo volantini fuori dal supermercato due volte a settimana? Ti conviene stare a casa, perché se lavori l’INPS non ti dà più le 287 euro di assegno di invalidità. Praticamente stando a casa prenderesti 187 euro in più che lavorando. Figo, vero?
Così tanto vale tu stia a casa, piuttosto che lavorare gratis o addirittura rimettendoci.

A me un provvedimento del genere sembra molto utile per portare le persone con disabilità fuori dagli occhi. E’ molto fastidioso vedere un disabile che lavora, non sembra anche a voi?
Un cieco che risponde al telefono, un cieco fisioterapista, un donna senza una gamba alla catena di montaggio, oppure senza due gambe e impegnata nel commerciale di un’azienda. Che fastidio, signori, non trovate anche voi?
Per questo io penso che l’INPS abbia ragione: solo gli abili, ma che dico – i perfetti – devono lavorare e guadagnare. Gli altri al massimo possono guardare la tv, sdraiarsi sul divano e guardare nuovamente la tv. Mica è colpa nostra, o dell’INPS, se loro non sono perfettamente abili, giusto?
Del resto avere un lavoro non serve mica a trovare un equilibrio, una libertà, a darsi una possibilità o a intrecciare relazioni, no? Che poi, se sei disabile, quali relazioni vuoi mai intrecciare? Al massimo puoi sognare una relazione con il cuscino da decubito.

E poi, signori, troppa attenzione alla questione soldi, ha ragione l’INPS. I soldi devono andare a chi è in grado di farli girare e moltiplicare, ma un disabile cosa volete che se ne faccia dei soldi? Non va mica al ristorante, non ha mica una vita fuori, e se ce l’ha è sicuramente una vita triste, perciò è meglio che non ce l’abbia.
Io penso questo: se sei disabile al massimo puoi guardare la tv e stare in casa. E allora vedete che questo provvedimento dell’INPS che favorisce la segregazione casalinga è in fondo una buona cosa? Vedete che in fondo vi sto convincendo?

Io a questo punto proporrei di andare anche oltre, e di avere un po’ di coraggio: oltre a togliere l’assegno di invalidità indipendentemente da quanto si guadagna lavorando, e in questo modo forzare le persone a lasciare i piccoli lavori magari faticosamente trovati, io propongo di dare pizzicotti nei fianchi alle persone con invalidità che vogliono andare al cinema. Sia chiaro: nessuno vuole impedire a una persona ad esempio con osteogenesi imperfetta di andare a vedere un bel film, però dobbiamo essere in grado di disincentivarla. Per questo propongo pizzicotti forti dati con il pollice e l’indice sulle lonzette ai disabili fra il primo e il secondo tempo di ogni film.
Poi, per le persone disabili che si arrischiano ancora a viaggiare, che sia in aereo o in treno, propongo per legge dei ricci di mare sotto il cul*. Puoi viaggiare, noi non te lo impediamo, ma neanche dobbiamo facilitarti nelle tue strambe idee di libertà. Dico bene o dico giusto?
E ancora: vuoi andare al ristorante? Ok, però devi assaggiare anche il cibo per cani. Del resto se io ci nutro il mio mastino tibetano a cui voglio tanto bene, puoi mangiarlo anche tu, disabile che mi stai un po’ sulle palle, come del resto tutte le tue idee di autodeterminazione e libertà.

Alla fine sono certo concorderete con il mio ragionamento, del resto si tratta solo di avere un po’ di coraggio in più continuando a seguire il solco già tracciato dall’INPS.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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