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Elezioni politiche 2022

Tutti i politici che dicono che non faranno inciuci o governi di larghe intese dopo le elezioni

“Le larghe intese non hanno prodotto nulla di buono, solo soldi spesi a pioggia, compromessi al ribasso e ingovernabilità”, dice Giorgia Meloni. “Vinceremo noi o la destra. Non faremo inciuci”, aggiunge Enrico Letta.
A cura di Annalisa Girardi
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Mancano esattamente due settimane alle elezioni. Gli ultimi sondaggi, che per legge nel quindici giorni prima del voto non possono più essere diffusi, parlavano di un ampio vantaggio del centrodestra, ma questo potrebbe comunque non essere sufficiente a governare e potrebbero rivelarsi fondamentali le alleanze con gli altri principali partiti. E si parla anche della possibilità di tornare a un governo di unità nazionale per far fronte alla fase complicata che si trova davanti il Paese. "Le larghe intese non hanno prodotto nulla di buono, solo soldi spesi a pioggia, compromessi al ribasso e ingovernabilità. FdI è sempre stata contraria ai governi arcobaleno e non cambierà idea ora", ha messo però in chiaro Giorgia Meloni in un'intervista ad Avvenire.

Commentando le parole del cofondatore di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto, rispetto all'importanza di "unire le forze migliori dopo il voto", Meloni ha precisato: "Non parlava del governo ma della necessità di uscire dalle contrapposizioni ideologiche e liberare le energie migliori per affrontare le sfide che abbiamo davanti. Sfide che solo un esecutivo coeso e forte del mandato popolare può affrontare. Scenario che solo FdI e il centrodestra possono garantire".

Anche il principale sfidante di Meloni, il leader del Pd Enrico Letta, ha detto di non avere alcuna intenzione di fare inciuci per andare al governo. "Il 25 settembre è un voto che deciderà: vinceremo noi o la destra. Da parte nostra non c’è alcuna volontà di inciuci o di operazioni poco trasparenti", ha detto in un comizio elettorale ad Alessandria. Per poi aggiungere: "Noi abbiamo contro tutta la destra. Sono tutti contro di noi: vorrebbero sostituirci ma non glielo permetteremo. E anche i leader del Terzo Polo – che poi è il quarto- passano il tempo a occuparsi di noi: pensassero semmai ai loro stessi partiti".

Anche Matteo Salvini è intervenuto nel dibattito. "Chi sceglie la Lega sceglie il centrodestra unito. Altro paio di maniche è mettersi d'accordo oggi per bloccare aumenti di luce e gas. Sto inseguendo disperatamente quasi come uno stalker Letta, Renzi e Di Maio. Sono disponibile anche oggi pomeriggio a firmare come Lega un decreto da 30 miliardi per bloccare aumenti luce e inspiegabilmente non c'è risposta da sinistra. Poi dal 26 settembre se vince il centrodestra governa il centrodestra", ha detto.

Qualche giorno fa era stato Giuseppe Conte ad accusare gli altri partiti di essere già al lavoro su un governo di larghe intese, assicurando che il Movimento Cinque Stelle non avrebbe fatto parte. "Avete notato che si respira già aria di larghe intese? Lo diciamo forte e chiaro: noi non ci saremo. Lo diciamo chiaramente, a scanso di equivoci: no ad accozzaglie e larghe intese. Lo abbiamo fatto solo una volta, perché il paese era in braghe di tela. Noi non ci saremo, lo diciamo adesso qui".

Di opinione diversa è invece il leader del Terzo polo, Carlo Calenda, che afferma: "Oggi Enrico Letta e Giorgia Meloni ripetono all'unisono ‘mai più larghe intese'. Nessuna delle due coalizioni può governare l'Italia. Sono litigiose e incoerenti ma non importa, la politica è rodeo mica governo. Noi proponiamo invece una grande pacificazione nazionale".

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