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Covid 19

Speranza: “A settembre le scuole riapriranno per tutti, anche per gli istituti superiori”

Il ministro della Salute Speranza ha annunciato che a settembre le scuole riapriranno per tutti, anche per gli istituti superiori, non solo per le scuole elementari e medie: “In queste ore c’è un lavoro intenso del ministero dell’Istruzione e del Comitato tecnico scientifico perché questa riapertura avvenga nella massima sicurezza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"A settembre senz'altro le scuole riapriranno e riapriranno sicuramente per tutti. In queste ore c'è un lavoro intenso del ministero dell'Istruzione e del Comitato tecnico scientifico perché questa riapertura avvenga nella massima sicurezza". Lo ha assicurato il ministro della Salute Roberto Speranza a "Timeline" su Skytg24.

"Anche io sono padre di due bimbi che vorrebbero tantissimo riabbracciare i propri compagni e le proprie maestre, è stata una sofferenza vera vederli a casa, ma abbiamo dovuto fare delle scelte", ha aggiunto. "È evidente che ora dobbiamo lavorare senza aspettare settembre, ma in queste ore lo stiamo già facendo, per costruire condizioni di ripartenza in sicurezza", ha spiegato il ministro per poi precisare che la riapertura sarà "sicuramente per tutti", anche per gli istituti superiori.

Speranza ha ribadito poi che le riaperture dei confini regionali si potranno stabilire solo a fine maggio: "Vediamo i dati giorno per giorno: abbiamo retto bene le aperture del 4 maggio ma poi ci sono state numerose altre aperture il 18 maggio. L'incubazione del virus è in media 7 giorni, quindi i dati veri per misurare cosa è avvenuto dal 18 maggio li vedremo solo a fine mese e solo quelli ci consentiranno davvero di capire cosa è avvenuto. Analizzeremo questi dati e sulla loro base prenderemo le decisioni da qui al 3 giugno". 

"Dobbiamo vedere bene i numeri perché i dati che vediamo oggi – ha spiegato Speranza – non ci consegnano la fotografia di ciò che è avvenuto dopo il 18 maggio ma dei contagi avvenuti tra il 4 e il 18 maggio. Quindi mentre noi possiamo garantire che abbiamo retto quelle aperture del 4 maggio, non possiamo ancora avere la stessa certezza per il periodo dopo il 18 maggio".

"È necessaria – ha aggiunto – ancora massima cautela ma è vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono molto piu contenuti: ieri 300 casi positivi ma a marzo ne abbiamo avuti 5mila. Oggi siamo in una fase un po' migliore in Italia con tutta la cautela possibile ma i numeri nel mondo sono ancora drammatici". Alla fine "ciò che fa la differenza sono i comportamenti dei singoli".

Riguardo agli assistenti civici, i volontari che dovrebbero vigilare per strada sul rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento, figure sulle quali si è scatenata una polemica, ha detto: "Mi sembra che ci sia stato un chiarimento del governo in queste ore sugli assistenti civici. Saranno energie messe a disposizione dei nostri sindaci in modo particolare, non avranno assolutamente una funzione di natura securitaria ma di accompagnamento a iniziative di solidarietà e di servizi sociali".

Appello di Speranza per i test sierologici

L'indagine a campione attraverso i test sierologici "è molto importante perché ci consentirà di capire esattamente che cosa è avvenuto in queste settimane, mesi, in termini quantitativi", spiegando l'importanza dei test sierologici per studiare la diffusione del virus in Italia, indagine realizzata in collaborazione con l'Istat e la Croce Rossa. "In questi primissimi giorni – ha spiegato – il grosso del lavoro è telefonico: telefonate che arrivano a casa dei singoli cittadini selezionati dall'Istat per fissare un appuntamento per il prelievo di sangue. È fondamentale che le persone che vengono contattate dalla Croce Rossa rispondano positivamente a questa chiamata. Avere questi risultati consentirà ai nostri scienziati di avere un'arma in più di conoscenza di questa epidemia nel nostro Paese. Fare questo prelievo di sangue è un contributo che si dà alla ricerca del nostro Paese per affrontare un'epidemia così difficile come quella che abbiamo conosciuto in queste settimane".

"C'è un lavoro un lavoro in corso da settimane nelle nostre Regioni per rendere lo spazio di tempo che passa" dalla rilevazione della positività attraverso il test sierologico al tampone "il più breve possibile – ha sottolineato il ministro -. Oggi i nostri dati non sono quelli delle settimane passate, siamo ancora in una fase in cui c'è bisogno della massima prudenza e cautela, ma è senz'altro vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono molto più contenuti. Oggi abbiamo numeri quindici o venti volte più  piccoli rispetto a quelli che abbiamo visto in alcuni passaggi più drammatici dei mesi scorsi. Questo ci aiuta a essere anche più veloci. I tamponi devono essere fatti nel minor tempo possibile perché questo ci consente di essere più efficaci nel tracciamento e nell'isolare i casi positivi".

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