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Sondaggi elettorali, Lega rimane in testa: niente ripresa per il M5s, resta sotto il 17%

Sulla base degli ultimi sondaggi realizzati da Euromedia Research non cambia il gradimento degli italiani nei partiti: in testa rimane saldamente la Lega di Matteo Salvini, inseguita a debita distanza dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Proprio i pentastellati sembrano non riuscire a riguadagnare consensi, rimanendo al di sotto del dato delle elezioni europee.
A cura di Stefano Rizzuti
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La nascita del nuovo governo e la chiusura anticipata della precedente esperienza, guidata sempre da Giuseppe Conte, sembra non penalizzare eccessivamente, almeno nei sondaggi, la Lega di Matteo Salvini. Così come sembra non portare grandi vantaggi al Movimento 5 Stelle né al Partito Democratico. È questa l’analisi di Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, durante la puntata di Omnibus in onda su La7. Il primato di Matteo Salvini e del suo Carroccio sembra non essere in discussione: rimane alto il numero di voti della Lega, tanto che prima del discorso di ieri di Conte alla Camera (e quindi prima del voto di fiducia) si attestava tra il 30% e il 32%.

Inseguono, a distanza, Pd e M5s. Tra i due partiti sono avanti i dem, che si attestano intorno al 20%, su livelli simili a quelli registrati alle elezioni europee. Rimane un pochino più indietro il Movimento 5 Stelle, che registra un dato persino al di sotto di quello delle europee di maggio, secondo Ghisleri: i 5 Stelle, infatti, avrebbero meno voti rispetto al 17% dell’ultima tornata elettorale. Poi ci sono tutti gli altri, con un testa a testa tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Seguiti dalle varie sigle di centrosinistra esterne al Pd, come nel caso di +Europa, Verdi e La Sinistra: hanno tutti un “riscontro superiore al 2%”.

Nascono anche nuovi movimenti su cui far confluire i consensi, come il partito di Giovanni Toti o il possibile partito di Carlo Calenda: entrambi, comunque, vengono registrati al di sotto del 3%, la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale in vigore. Ghisleri sottolinea che il partito che gode di più consensi è quello dell’astensione, il che testimonia l’esistenza di “uno stato di confusione. Oltre che di rabbia, altro sentimento espresso” dagli intervistati. Una confusione che, secondo Ghisleri, nasce anche dal fatto che “siamo stati abituati a chiedere, negli ultimi anni, una Repubblica presidenziale, ma siamo una Repubblica parlamentare, quindi spesso quello che accade non viene compreso”.

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