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Solidarietà al giornalista di Fanpage.it aggredito dai no green pass, Nardella: “Inaccettabile”

Dopo l’aggressione subita dal giornalista di Fanpage.it, Saverio Tommasi, arrivano le prime manifestazioni di solidarietà per quanto accaduto alle manifestazioni contro il green pass e i vaccini di sabato a Firenze: “Tutto ciò è inaccettabile”, commenta il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella. “Ogni volta che si impedisce a un giornalista di fare il suo lavoro viene minacciata la democrazia”, scrive il senatore Sandro Ruotolo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A due giorni dalla violenta aggressione subita dal giornalista di Fanpage.it, Saverio Tommasi, alla manifestazione dei no green pass a Firenze, arrivano manifestazioni di solidarietà. Già ieri, in tarda serata, era intervenuto con un tweet il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, per commentare i fatti di sabato nella sua città: "Massima solidarietà per le aggressioni subite da parte dei no vax e no green pass – ha scritto il primo cittadino fiorentino – Tutto ciò è inaccettabile". Interviene anche l'Associazione nazionale partigiani d'Italia, che con un tweet manifesta la sua solidarietà e avvisa: "Nessuno tocchi la libertà di stampa".

Dopo aver visto il video che testimonia la violenza, anche il senatore Sandro Ruotolo ha voluto commentare quanto subìto dal giornalista di Fanpage.it: "La solidarietà a Saverio Tommasi, aggredito, insultato, minacciato alla manifestazione di sabato scorso a Firenze dei no green pass è importante ma non è sufficiente – ha spiegato – Occorre che la magistratura intervenga, che siano identificati e puniti gli aggressori dell’inviato di Fanpage.it, colpito nell'esercizio del suo diritto-dovere di raccontare i fatti". I giornalisti "devono essere difesi e non essere lasciati soli e mi rivolgo alla società civile, all’opinione pubblica perché la vostra libertà dipende dalla libertà di poter informare correttamente e liberamente", ha aggiunto il senatore. "Ogni tre giorni, nel nostro Paese, gli operatori dell'informazione vengono insultati, minacciati di morte per difendere l’articolo 21 della nostra Costituzione – ha continuato – Ogni volta che si impedisce a un giornalista di fare il suo lavoro viene minacciata la democrazia".

Solidarietà anche da parte di Roberto Saviano, che definisce "inconcepibile" la violenza subita. Si unisce al coro su Twitter anche il deputato di Italia Viva, Gennaro Migliore: "Solidarietà a Saverio Tommasi e tanto tanto disgusto per i fascisti ignoranti e pericolosi che a Firenze gli hanno impedito di fare il suo lavoro". La vicesindaca di Firenze, Alessia Bettini, twitta: "Invocare la libertà contro un atto di civiltà e responsabilità come il vaccino e poi limitare con la forza la libertà di stampa è assurdo, senza senso e grave".

A spiegare l'accaduto, testimoniato con il servizio video, era stato lo stesso Tommasi in un lungo post Facebook: "Le aggressioni che ho subito oggi a Firenze sono state ripetute, continuate e violente, in entrambe le manifestazioni indette contro il green pass e i vaccini – aveva scritto il giornalista sul suo profilo – Non si è trattato solo di qualche agitato, che può trovarsi in (quasi) tutte le manifestazioni di piazza. Quelli di oggi erano violenti, disorganizzati ma cattivi". Poi ancora "i colpi da dietro, l'acqua tirata sulla schiena, un pezzo di telecamera fatto volare, lo sportelletto chiuso con violenza per due volte, le spallate, i vaffan*ulo, i terrorista gridati, le pedate alle gambe, c'è stato tutto, ed è andato avanti per ore".

Anche la Fiom Cgil di Firenze ha deciso di lanciare un appello in solidarietà a Saverio Tommasi, “barbaramente aggredito” durante la manifestazione no green pass. La Fiom lancia anche un appello che chiede di sottoscrivere: “Facciamo un appello a tutte le forze democratiche a dimostrare a Saverio tutta la vicinanza possibile, e alla magistratura tutta affinché identifichi e punisca i colpevoli di questa volgare aggressione, non per le loro idee, ma per la loro violenza nel voler impedire le idee degli altri. La città di Firenze è luogo di libertà, dove non è accettabile impedire ad un lavoratore dell’informazione di svolgere la sua funzione, costituzionalmente garantita grazie al sacrificio delle partigiane e dei partigiani dopo un ventennio di censura ed oscurantismo”.

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