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Si scioglie Coraggio Italia, nasce “Vinciamo Italia”: è il decimo gruppo di centro in Parlamento

Si rompe il gruppo parlamentare di “Coraggio Italia” guidato dal sindaco di Venezia Brugnaro, in 7 escono e fondano “Vinciamo l’Italia”, affollando ancora di più il centro politico.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il centro si affolla sempre di più. Almeno in Parlamento, dove sì è sciolto il gruppo di Coraggio Italia, guidato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Alla Camera il presidente Roberto Fico ha annunciato che la formazione ha perso il numero minimo di 20 membri per poter essere un gruppo parlamentare.

Marco Marin ex capogruppo a Montecitorio e vicepresidente di Coraggio Italia ha lasciato il partito. Assieme a lui se ne sono andati l'ex capogruppo vicario e socio fondatore Stefano Mugnai con i deputati Cosimo Sibilia, Guido Pettarin, Elisabetta Ripani, Maurizio D'Ettore e Simona Vietina. Starebbe quindi per nascere l'associazione politica "Vinciamo Italia" con Marco Marin Presidente e Stefano Mugnai vicepresidente vicario. Chi resta in Coraggio Italia finisce così al gruppo misto, assieme ai fuoriusciti.

Ora "Vinciamo Italia" dovrebbe federarsi a Cambiamo/Italia al centro, drappello guidato da Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello. Si tratta per ora del decimo gruppo centrista in Parlamento, che si somma a: Italia Viva di Matteo Renzi, cioè che resta di Coraggio Italia, Cambiamo/Italia al Centro, Azione/+Europa, Insieme per il Futuro di Luigi Di Maio, Udc, Partito socialista italiano, Centro democratico di Tabacci, Noi con l'italia/Rinascimento di Lupi e Sgarbi.

I deputati e i senatori rimasti fedeli a Coraggio Italia a breve potrebbero unirsi al nuovo gruppo parlamentare guidato dal ministro degli Esteri. In un'intervista a Repubblica Brugnaro ha spiegato che "Di Maio ha dimostrato coraggio", invitandolo a fondersi con il suo movimento in un unico progetto politico. Se questa e l'operazione di Toti e Quagliariello andassero in porto ci sarebbe una piccola semplificazione, passando a 8 formazioni di centro. Ancora tante, però, per dire che il quadro è ordinato. In vista delle elezioni politiche del 2023, quindi, si potrebbero vedere altre operazioni di fusione e accorpamento.

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