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Scissione M5s, Salvini dice che la Lega non chiederà rimpasto di governo e dimissioni di Di Maio

Matteo Salvini assicura che dopo la rottura di Luigi Di Maio con il M5s la Lega non chiederà un rimpasto di governo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il segretario della Lega Matteo Salvini dice che non chiederà un rimpasto di governo, dopo la scissione del M5s. L'uscita del ministro Luigi Di Maio dal suo ormai ex Movimento secondo il leader del Carroccio non deve necessariamente portare a sconvolgimenti o cambi all'interno dell'esecutivo. Lo dice chiaramente ai giornalisti, specificando che un eventuale rimpasto "non lo chiede la Lega". 

Salvini si trova a Monza, per un tour a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Dario Allevi, in vista dei ballottaggi di domenica 26 giugno. Rispondendo riguardo ai rumors di un possibile dialogo tra Di Maio Giorgetti, Salvini taglia corto: "Ne parlate voi giornalisti". Sul tema delle dimissioni di Di Maio da ministro, Salvini ha concluso con un "non commento i problemi degli altri". Eppure il suo commento a caldo, dopo l'annuncio del divorzio di Di Maio dal M5s, era stato molto esplicito: "Se qualcuno rimane nel governo senza rappresentare nessuno, un problema ci sarà…nel senso, a nome di chi va in giro per il mondo il ministro degli Esteri? Non ho capito chi rappresenta chi…". Ma nuove fibrillazioni nel governo per il momento non sembrano in programma.

Ma il cambio di casacca dell'ex capo politico pentastellato continua a rappresentare un problema per i suoi ex colleghi, e qualcuno chiede apertamente le sue dimissioni. Lo ricorda il deputato M5s e sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia: "Non mi sono del tutto chiare le ragioni del divorzio. Nel M5s abbiamo delle regole: nel tempo può succedere che cambi idea e non condividi più le linee del MoVimento. In questo caso però ti dimetti, vai alle elezioni e ti fai rieleggere. Altrimenti conservi la poltrona ma non rappresenti più nessuno. In ogni caso non dico che chiederemo le dimissioni di qualcuno, ma certamente va operato un riequilibrio per quanto riguarda ad esempio le presidenze delle commissioni, per assicurare il giusto peso alle forze politiche in Parlamento nel rispetto delle regole democratiche. Per quanto riguarda il campo progressista, certo non poniamo veti ma punti programmatici: dalla transizione ecologica al salario minimo. È dai temi che si riparte per costruire un progetto comune", afferma in un'intervista a "Radio Anch'io" su Radio Raiuno.

Non si esprime in modo netto sulle dimissioni Di Maio il leader M5s Giuseppe Conte, che si limita a fare un commento più sfumato: "Valuterà lui. Nei principi e nei valori del Movimento c'è altro. Lascerei che Di Maio si interroghi con la propria coscienza e decida".

È dello stesso avviso la capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Mariolina Castellone: "La cosa l'ha detta chiaramente il presidente Conte: ognuno risponde della propria coscienza. Siamo stati eletti con il M5s, abbiamo sottoscritto degli impegni. E se questi cambiano…". Insomma, "io mi sarei dimessa, questo prevede lo statuto".

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