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Sciopero dei benzinai

Sciopero benzinai ridotto a 24 ore, ma non per tutti i distributori: le novità dopo l’incontro al ministero

Lo sciopero dei benzinai durerà un giorno solo, invece di due, ma solo per alcuni distributori. All’annuncio di Faib Confesercenti si sono opposti gli altri sindacati, che hanno deciso di mantenere uno sciopero di 48 ore. La decisione è arrivata al termine di un incontro con il ministero delle Imprese.
A cura di Luca Pons
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Lo sciopero dei benzinai durerà un solo giorno, invece di 48 ore, ma non per tutti. La decisione di accorciare la protesta è arrivata dal sindacato Faib Confesercenti, che ha considerato "positive le aperture" del governo Meloni alle richieste dei gestori. In particolare, sono state apprezzate "la significativa riduzione delle sanzioni, la razionalizzazione della cartellonistica sugli impianti, la rapida convocazione di un tavolo di filiera".

La decisione sarà presentata domani mattina, alle 11, alla riunione con le altre sigle sindacali, che però si sono opposte: "Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero", hanno scritto in un comunicato Fegica, Figisc e Anisa. " Il tentativo in extremis fatto dal Ministro Urso, peraltro apprezzato, non riesce ad intervenire con la necessaria concretezza". Infatti, al di là delle proposte concrete, "resta sullo sfondo l'idea di una categoria di lavoratori che speculano sui prezzi dei carburanti. Il che è falso e inaccettabile". Per questo, una parte dei sindacati ha confermato lo sciopero di 48 ore, per ora.

Il cambiamento è arrivato quando mancano pochi minuti all'inizio dello sciopero dei benzinai, che partirà comunque alle ore 19 di oggi, martedì 24 gennaio 2023. Per le autostrade, l'inizio dello sciopero resta alle ore 22 di oggi. Solo alcuni distributori resteranno aperti per garantire il servizio minimo.

I sindacati dei gestori di distributori di benzina erano stati convocati dal governo alle 15 di oggi. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso, aveva fissato un incontro online, e al termine si era detto sereno: "Penso che le nostre proposte siano assolutamente ragionevoli, aspettiamo con serenità e ci auguriamo che gli esercenti decidano" e che "questo disagio sia evitato agli utenti", aveva commentato.

Cosa hanno chiesto i benzinai al ministero delle Imprese

Tra le richieste dei sindacati c'era quella di eliminare l'obbligo di esporre il prezzo medio regionale di benzina e diesel al distributore, accanto al proprio. Avrebbe dovuto essere sostituito, secondo i benzinai, da "un QR-Code, o un'app, o con dispositivi luminosi a distanza, in modo da sgravare i benzinai già oggi oberati da obblighi di comunicazioni e di conseguenza depennare le ulteriori sanzioni".

Il decreto Trasparenza del governo Meloni, infatti, ha obbligato a segnalare il prezzo medio nella propria Regione, comunicato dal Ministero ogni settimana. Per chi non segue l'obbligo, che diventerà attivo verso tra alcuni mesi, ci saranno sanzioni da 200 a 800 euro e, in caso di quattro violazioni nell'arco di 60 giorni, potrà arrivare la sospensione dell'attività per un periodo da 1 a 30 giorni.

Ieri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul tema, difendendo il decreto. "Il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti", ha detto.

"Pubblicare il prezzo medio è di buon senso, su altro siamo andati incontro", ha concluso Meloni. In effetti, nella prima versione del decreto varato dal governo le sanzioni erano più alte (con multe fino a 6mila euro e la sospensione dell'attività fino a 90 giorni, dopo tre violazioni invece di quattro, a prescindere dal tempo passato tra una e l'altra) e gli obblighi più stringenti (il prezzo andava comunicato ogni giorno, non una volta a settimana, e l'esposizione dei cartelli con il prezzo medio avrebbe dovuto iniziare quasi due mesi prima).

Come erano andate finora le trattative tra il governo Meloni e i gestori dei distributori

Quello di oggi è stato il quarto incontro in pochi giorni tra governo e sindacati dei benzinai. Dopo lo scorso faccia a faccia, il ministro Urso aveva pubblicamente invitato i gestori a ritirare lo sciopero. L'aveva definito "una decisione che danneggia i cittadini".

I sindacati, però, avevano risposto negativamente. "Le dichiarazioni di questa mattina del ministro Urso sono l'ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il Governo in questa vicenda", avevano detto in una nota i presidenti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa.

Anche nelle precedenti negoziazioni, il governo non aveva ottenuto grandi risultati. Inizialmente lo sciopero era stato annunciato e poi congelato da parte delle firme sindacali, che aspettavano di vedere il testo del decreto Trasparenza del governo Meloni. Dopo la pubblicazione del decreto, però, lo sciopero era ritornato.

L'unico compromesso raggiunto nel corso degli incontri, in seguito a un appello da parte dell'Autorità garante per gli scioperi, era stata la riduzione della durata della protesta. Così, dalle 60 ore annunciato si era arrivati alle 48 ore attuali.

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