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Schillaci vuole aumentare gli stipendi a chi fa più ore di lavoro in corsia: la protesta dei medici

Il ministro della Salute Schillaci ha sottolineato che in manovra ci sono per la sanità 2,2 miliardi euro in più, ma la maggior parte andranno per il caro energia. Il ministro si impegna però a “rivalutare il trattamento economico di chi lavora nel Ssn”. Ieri ha lanciato una proposta: “incentivare, economicamente, la presenza in ospedale dei professionisti per più ore”. Ma i medici non ci stanno.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci propone di aumentare gli stipendi per i medici: "L'impegno è quello di rivalutare il trattamento economico di chi opera nel servizio sanitario nazionale", ha detto intervenendo al convegno Healthcare Summit del Sole-24Ore.

"Nonostante una situazione economica delicata dovuta al post pandemia, alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica il nuovo governo ha messo per sanità 2,2 miliardi euro in più rispetto a quelli già previsti e stanziati per il 2023. Questa è una chiara inversione di tendenza. Dal 2013 a 2019 il fondo sanitario nazionale è stato sempre definanziato. Gli incrementi 2020-2021 sono stati conseguenza della pandemia. Quindi nostro sforzo iniziale nella manovra licenziata in un mese è stato rimettere comunque sanità al centro dell'attenzione. Quindi abbiamo previsto 4,2 miliardi 2023 per la sanità e poi altri 2,4 in più nel 2024".

"Sicuramente il governo – ha detto ancora il ministro – ha previsto 1 miliardo e 2 dell'extra budget previsto andranno per il costo bollette ma vorrei ribadire in questa sede la nostra attenzione al personale sanitario. Il mio impegno è di rivalutare il trattamento economico di chi lavora nel Ssn. Il primo segnale che diamo è nell'ambito dell'emergenza urgenza che è critico attraverso un provvedimento che speriamo possa essere anticipato al 2023″.

"C'è un impegno con le Regioni – ha proseguito – affinché ci possa essere un maggiore finanziamento da destinare a tutti gli operatori sanitari. Bisogna portare avanti una collaborazione virtuosa tra ministero, governo e Regioni che sappiamo hanno sistemi sanitari diversissimi. In una nazione come la nostra è importante non ci siano grosse disparità regionali nell'accesso alle cure. Vogliamo che il Ssn possa tornare attrattivo per chi ci lavora, per una buona governance e una migliore organizzazione".

Medici contro Schillaci

I medici però chiedono più certezze. Da una parte c'è Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, che chiede di vincolare i 2 miliardi aggiuntivi previsti con la legge di bilancio interamente all'aumento degli stipendi per i professionisti della salute. Dall'altra c'è Anaao, il principale sindacato degli ospedalieri, che il 15 dicembre scenderà in piazza a Roma. Il sindacato è sul piede di guerra per la proposta lanciata dal ministro Schillaci di garantire uno stipendio maggiore al personale sanitario che mette a disposizione più ore in corsia, anche per smaltire le lunghe liste d'attesa che si sono create per via del Covid.

Il problema delle liste d'attesa, ha detto ieri il ministro della Salute intervistato da Repubblica, "più che altro è organizzativo, nel senso che comunque gli organici dei medici, al di là di alcune discipline che sono in difficoltà, non sono inferiori a quelli di altri Paesi. Comunque, non è che da un giorno all'altro possiamo trovare più dottori, visto che come tutti sanno ci vuole tempo per formali". Per Schillaci "bisogna così incentivare, economicamente, la presenza in ospedale dei professionisti per più ore. In generale, sarà necessario procedere a una rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale medico e sanitario".

Oggi Schillaci ha ribadito il concetto: "C'è una carenza significativa di medici: abbiamo meno laureati di quelli che sarebbero necessari". Per il ministro dunque è necessario "assumere nuovi medici ma in molte specialità non li abbiamo, anche perché sono poco attrattive. Per far fronte al ritardo accumulato, oltre a fare entrare linfa nuova, si può fare in modo che i medici possano lavorare di più e meglio remunerati", su base volontaria.

Per il segretario Piero Di Silverio "non va bene lavorare di più. I medici abbandonano gli ospedali non a causa degli straordinari ma del lavoro ordinario troppo duro. Non siamo in catena di montaggio, dove più si produce più si viene pagati. È offensivo".

Anche la Cgil ha protestato per la proposta del ministro Schillaci: "Le parole del ministro danno la misura di quanto non conosca la realtà delle aziende sanitarie. In tutti i servizi i medici lavorano già molto di più delle 38 ore settimanali, ogni anno accumulano un extra orario medio di 200 ore che non viene retribuito. Per non parlare delle ferie non godute", ha commentato il segretario nazionale Andrea Filippi.

La nuova campagna vaccinale anti Covid e antinfluenzale

Il ministro della Salute ha anche affrontato la questione Covid, sottolineando che adesso siamo entrati in un fase nuova. Schillaci ha presentato a Roma la campagna di comunicazione relativa alla promozione dei vaccini antinfluenzali e anti Covid, dal titolo ‘Vacciniamoci contro il Covid-19 e l'influenza stagionale'. "Da oggi pomeriggio verrà messo in onda lo spot. Abbiamo scelto di non avere testimonial ma puntare su persone ‘comuni', una famiglia con i nonni, per arrivare in maniera chiara alle persone. Vogliamo incentivare le vaccinazioni contro Covid e influenza, soprattutto quest'ultima. Il target sono le fasce più fragili della popolazione. Oggi siamo in fase endemica per quanto riguarda il Covid, questo ci fa ritrovare socialità senza restrizioni. Speriamo che il 2023 sia l'anno in cui passiamo a una stagione diversa dal Covid".

"C'è un rialzo dei contagi Covid, ma l'attenzione deve essere sulle terapie intensive e sulle ospedalizzazioni che sono sotto i livelli di guardia", ha detto ancora.

Dopo gli ultimi anni "ci troviamo in una situazione Covid diversa che speriamo di chiudere definitamente. I problemi della sanità sono tanti e ora dobbiamo concentrarci su questi". 

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