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Salvini dice che non ha richiesto alcun visto e che non andrà a Mosca

“Nessun visto richiesto o missione organizzata”: lo ha detto Matteo Salvini, smentendo le varie ricostruzioni secondo cui il leader della Lega sarebbe stato pronto a volare nella capitale russa, in missione di pace da Vladimir Putin.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini non andrà a Mosca. La smentita arriva direttamente dal leader della Lega, dopo che erano circolate diversi ricostruzioni secondo cui, visto già alla mano, sarebbe stato pronto a partire alla volta della capitale russa per incontrare Vladimir Putin nel tentativo di spingere i negoziati di pace. "Nessun visto richiesto o missione organizzata", ha messo in chiaro l'ex ministro dell'Interno. Per poi aggiungere: "L'obiettivo di arrivare alla pace a qualunque costo, e incontrando tutti come ribadito oggi dal Santo Padre, rimane per me (e per il 74% degli italiani, dati Ipsos) una priorità. Un rinnovato accordo fra Russia, Ucraina, Europa e Stati Uniti deve essere il traguardo di tutti".

Su Twitter il leader leghista ha nuovamente ringraziato Papa Francesco, definito anche nei giorni scorsi l'unico capo di Stato al mondo a parlare davvero di pace, piuttosto che di armi. "Grazie a Papa Francesco, una guida che sta cercando davvero, da sempre e ad ogni costo, di arrivare alla pace", ha scritto riportando la notizia della dichiarazione del Pontefice, che sarebbe pronto a incontrare il presidente russo.

Parlando con i giornalisti, Salvini è tornato a parlare di armi, avvicinandosi sempre di più a quell'asse gialloverde con Giuseppe Conte che nel 2018 lo aveva portato al governo con il Movimento Cinque Stelle. "A chi vanno queste armi? Non c’è un rapporto esercito-esercito. Cosa succede fra due mesi? Queste armi salvano la vita dei civili ucraini o condannano altri civili ucraini? Quando si parla di guerra occorre cautela. All’inizio, come la stragrande maggioranza degli italiani, ho detto subito sì, senza se e senza ma, all’invio di aiuti economici, umanitari e militari per l’Ucraina. Sono passati due mesi, è servito? Inizio ad avere dei dubbi. Secondo me, adesso, Zelensky e Putin potrebbero e dovrebbero sedersi a un tavolo. Non vorrei che ci fosse qualcun altro, per altri interessi, a non volerli fare sedere al tavolo", ha commentato.

Il leader della Lega non ha esplicitato chi sarebbe questo altro attore contrario al tavolo dei negoziati per interessi personali. Ma, allo stesso tempo, non ha nemmeno nascosto troppo l'affondo a Joe Biden: tornando a parlare dell'ex presidente statunitense Donald Trump, ha sottolineato come con lui si fossero fatti diversi passi verso la pace: "Guarda caso, quando tornano al governo i democratici, tornano in venti di guerra".

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