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Rispunta Luigi Di Maio: potrebbe diventare inviato speciale dell’Ue nel Golfo persico

Dopo la mancata rielezione in Parlamento, il nome di Luigi Di Maio rispunta tra le cronache giornalistiche. Sarebbe candidato, in una rosa di quattro nomi, per un incarico come inviato speciale per l’Unione europea nel Golfo Persico.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo le elezioni del 25 settembre, che avevano tagliato fuori Luigi Di Maio dal Parlamento, l'ex ministro degli Esteri e capo politico di Impegno Civico era letteralmente sparito dai radar: non solo non ha più rilasciato alcuna intervista o dichiarazione, sembrerebbe essere svanito da qualsiasi social. Ora però si torna a parlare del futuro di Di Maio perché, secondo quanto riporta Repubblica, sarebbe candidato, in una rosa di quattro nomi, per un incarico come inviato speciale per l'Unione europea nel Golfo Persico. Un incarico per cui l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, dovrebbe prendere a breve una decisione.

Sempre secondo quanto riportato oggi dalla stampa, Di Maio avrebbe dalla sua parte anche il benestare di Mario Draghi, che ne avrebbe sostenuto la candidatura. Per il ruolo di inviato speciale Ue, Di Maio sarebbe in corsa con l'ex commissario europeo Dimitris Avramopoulos, l'ex ministro degli Esteri cipriota Markos Kiprianou, e un ex esponente del governo slovacco.

L'ultima parola toccherà al Servizio europeo per l'Azione esterna e a Borrell. Fu proprio lui tra l'altro, ormai nove anni fa, a presentare l'incarico di inviato speciale Ue per la regione del Golfo. È probabile che la questione venga discussa anche lunedì prossimo, nel Consiglio dei ministri degli Esteri europei al quale parteciperà il successore di Di Maio, Antonio Tajani.

Di Maio, nei suoi anni da ministro degli Esteri, aveva visitato varie volte i Paesi del Golfo, soprattutto per recuperare i rapporti diplomatici con Arabia Saudita ed Emirati arabi dopo la decisione del governo Conte di interrompere la vendita di armi italiane a quei Paesi. Se Di Maio dovesse ottenere il ruolo, significherebbe occupare una posizione strategica anche per quanto riguarda le forniture energetiche verso l'Unione europea.

Quando aveva presentato la nuova figura, Borrell aveva sottolineato che questa avrebbe avuto "l'obiettivo di rafforzare le relazioni anche nei settori dell'energia e dell'assistenza internazionale". Un tema oggi spiccatamente rilevante.

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