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Riforma fiscale, cosa cambia con le tre aliquote Irpef: chi pagherà meno tasse

Le aliquote Irpef saranno ridotte ulteriormente dal governo Meloni, con la riforma del fisco che sta per arrivare in Consiglio dei ministri. Vediamo chi ci potrebbe guadagnare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nuovo governo, nuova riforma del fisco. L'esecutivo guidato da Giorgia Meloni è pronto a rimettere mano alle aliquote Irpef e, più in generale, a rivedere la pressione fiscale su aziende e cittadini. La destra ha già risfoderato il solito motto "pagare tutti pagare meno", ma bisogna vedere realmente chi – alla fine – sarà realmente avvantaggiato dalla bozza di riforma che sta circolando in queste ore.

A parlarne è stato il viceministro all'Economia con delega al fisco, il meloniano Maurizio Leo, ieri all'Ordine dei commercialisti di Milano: "Penso che ci siano le condizioni per ridurre il numero delle aliquote, si può arrivare a un sistema a tre, ci stiamo lavorando con la Ragioneria". La riforma del fisco riguarderà anche altri aspetti della tassazione, come l'Irap – che il governo vorrebbe superare – e in generale la pressione sulle aziende. Si valuta anche di utilizzare la riduzione dei crediti d'imposta. Vediamo, per ora, come potrebbe cambiare l'Irpef.

Quando arriva la nuova riforma del fisco

Il viceministro, però, non ha parlato esplicitamente di numeri. Al momento circolano solamente ipotesi, anche se la riforma del fisco – secondo le previsioni delle ultime settimane – dovrebbe arrivare in Cdm entro la metà di marzo. Insomma, la prossima settimana la bozza di legge delega deve essere pronta: "Riusciremo entro metà mese a portarla in Consiglio dei ministri – ha assicurato Leo – poi ci saranno i tempi parlamentari". Ne aveva parlato anche Meloni tempo fa, ma senza scendere nel dettaglio.

Come cambiano le aliquote Irpef nella riforma fiscale 2023

Le aliquote Irpef attuali sono quattro, rimodulate dal governo Draghi: 23% fino a 15mila euro; 25% tra i 15mila e i 28mila euro; 35% tra i 28mila e i 50mila euro; 43% sopra ai 50mila euro. Per passare da quattro a tre, l'idea è unire le due centrali, con un'aliquota al 27% o al massimo al 33%. La misura costerebbe tra i 6 e i 10 miliardi di euro e comporterebbe benefici fiscali per chi si trova in quella fascia, ovviamente, ma anche per le successive.

Chi ci guadagna con la riforma fiscale di Meloni

Conti alla mano, il vantaggio ricade non solo sulla fascia tra i 28mila e i 50mila euro, che perderebbe secchi almeno due punti di di aliquota scendendo a 33% (anche se l'esecutivo sta provando ad arrivare a otto). Ma anche sulle fasce di reddito più alte. Fino a 50mila euro, infatti, l'Irpef si abbasserebbe anche per chi guadagna di più. Così chi ha un reddito di 60mila euro arriverebbe ad avere il beneficio maggiore, con uno sgravio di circa 1.140 euro annui. Chi ne guadagna 50mila, invece, risparmierebbe 700 euro. Chi percepisce 35mila euro annui beneficerebbe di un taglio di 400 euro.

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