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Renzi provoca Meloni sul reddito di cittadinanza: “Non lo voleva abolire? Ora solo modifiche”

Il leader di Italia Viva attacca la presidente del Consiglio: “Avevano promesso che avrebbero abolito il reddito di cittadinanza, ma oggi tornano a parlare di semplici modifiche”, dice Renzi, che in passato ha proposto un referendum per cancellare la misura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Renzi torna all'attacco sul reddito di cittadinanza. O meglio, attacca Giorgia Meloni e il suo governo per non aver rispettato le promesse fatte sulla misura di sostegno al reddito. Il leader di Italia Viva sorvola sulla polemica sulla figlia della presidente del Consiglio a Bali e attacca: "Parlo delle contraddizioni di chi ha vinto le elezioni ma fatica a concretizzare ciò che aveva promesso. Un esempio? Il reddito di cittadinanza – scrive Renzi nella sua enews – Avevano promesso che lo avrebbero abolito. Anzi, Meloni diceva in campagna elettorale che lei era l’unica a chiedere di abolirlo. Oggi tornano a parlare di semplici modifiche".

Il leader di Italia Viva attacca sul reddito di cittadinanza non a caso, poiché da tempo propone di abolirlo. L'anno scorso ha lanciato addirittura un referendum, del quale poi si sono perse le tracce per motivazioni sia tecniche che politiche: da un lato l'annuncio era più che altro una mossa comunicativa, per non dire propagandistica; dall'altro – regole alla mano – sarebbe stato impossibile raccogliere le firme e chiedere il referendum prima del 2024, con il voto nel 2025. Agli annunci, però, non è mai seguito nulla.

"E poi i Rave party, lo scontro sui migranti, gli aerei di stato che anni fa chiedeva di vendere e che oggi giustamente usa. Presto se ne accorgeranno anche i cittadini. E spero che alle europee del 2024 siano conseguenti", continua Renzi. Poi cita un passaggio dell'aggiornamento del suo libro, il Mostro, arrivato dopo appena sei mesi dalla prima edizione: il leader di Italia Viva racconta un retroscena della trattativa con Enrico Letta per trovare un accordo per presentarsi insieme alle elezioni politiche di settembre. Si tratta della storia del veto che il segretario dem avrebbe posto su Renzi, come già era stato raccontato in estate.

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