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Regionali, Boccia (Pd) a Fanpage.it: “Con M5S si può ricucire. Ok a primarie, solo se uniscono”

Mentre inizia il percorso che porterà all’elezione del nuovo segretario, il Pd prepara la corsa per le prossime regionali in Lazio e in Lombardia. I dem hanno scelto i nomi dei loro candidati, ma sono ancora alle prese con il rebus delle alleanze e in particolare con il rapporto, sempre più complicato, con il Movimento 5 Stelle. Abbiamo intervistato il deputato e responsabili Enti Locali del Pd Francesco Boccia, che tiene il filo delle trattative per conto del partito.
A cura di Marco Billeci
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Scegliere il nuovo segretario, dopo le dimissioni di Enrico Letta, con un percorso che porterà fino alle primarie del 19 febbraio prossimo. Nel frattempo, trovare un assetto competitivo per le prossime elezioni regionali, in grado di difendere l'eredità di Zingaretti in Lazio e tentare il difficile assalto alla Lombardia. Sabato 19 novembre, il Pd ha tenuto la sua assemblea nazionale, per provare a ripartire, dopo la sconfitta elettorale del 25 settembre.

Mentre in vista del congresso, scaldano i motori Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, per le regionali sono da poco stati ufficializzati i candidati dem: in Lazio, l'assessore uscente alla Sanità Alessio D'Amato; in Lombardia, l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino. Tuttavia, la scelta dei nomi non significa che tutto sia risolto, anzi. Il quadro delle alleanze con cui i Democratici si presenteranno alle elezioni è tutt'altro che chiaro. A supporto di D'Amato si è schierato anche il  Terzo Polo, mentre per la corsa lombarda il duo Calenda-Renzi appoggia la candidatura di Letizia Moratti. Il Movimento 5 Stelle invece sembra orientato a giocare per conto proprio entrambe le partite.

Proprio il rapporto con i 5 Stelle è in questi giorni al centro delle preoccupazioni del Pd e in particolare di Francesco Boccia, deputato e responsabile enti locali del partito, l'uomo che per conto del Nazareno tiene le fila delle trattative. Al'assemblea democratica, abbiamo discusso con Boccia la possibilità di ricucire i fili dell'alleanza con il partito di Conte, specie in Lazio, dove le due forze hanno governato assieme fino a oggi.

PD-M5S, rapporto al capolinea?

"Io continuo a pensare che si debba fare ogni sforzo per unire tutti i progressisti, che credono in un’idea di società alternativa alla destra, sono sicuro che sia D'Amato che Majorino faranno questo tentativo", dice Boccia. E in particolare sul Lazio, ricorda: "Con Zingaretti abbiamo vissuto dieci anni importanti e straordinari che hanno visto il loro culmine, durante la pandemia, quando la sanità del Lazio si è messa sulle spalle anche quella della Lombardia e del Nord che era crollata".

Lo stesso presidente uscente della Regione  è intervenuto sul tema, parlando al termine della riunione dei Democratici . " Da parte dei Cinque Stelle c'è stata una ingerenza di motivi nazionali sulla testa dei cittadini del Lazio – ha detto Zingaretti  -, non c'è nessun motivo per rompere l'alleanza in Regione". Il sospetto dei vertici dem è che Conte voglia mantenere le distanze, per provare a rosicchiare consensi da sinistra al Pd in crisi.

"Non fare l'alleanza nel Lazio, perché c'è chi pensa che forse può rubare uno 0,1 in più al Pd è irresponsabile, un gravissimo errore politico", dice Boccia a Fanpage. Il deputato dem lancia un appello: "Bisogna credere in un'alleanza larga che ci consenta di battere la destra". Gli fa eco Zingaretti: "Abbiamo vissuto male l’elezione della Meloni, di La Russa, di Fontana. Adesso  i 5 Stelle evitino di essere i protagonisti dell'elezione della quarta figura monocratica delle destre. Errare è umano, ma perseverare è diabolico"

La possibile rottura sule regionali, significherebbe lo stop definitivo a un rapporto, già in crisi, anche a livello nazionale? "No, io non smetterò mai di ricercare l'alleanza con il M5S – dice Boccia -, ma rompere sarebbe un errore, che pagherebbero i cittadini del Lazio. Le elezioni amministrative dei mesi scorsi, da Catanzaro a Verona, hanno dimostrato che vinciamo quando andiamo uniti".

Ipotesi primarie

Per provare a salvare la situazione, da più parti si è proposto di rimettere in campo, almeno per il Lazio, le primarie per la scelta del candidato. In questo modo, i 5 Stelle, ma anche le forze di sinistra  –  restie a sostenere D'Amato, insieme a Calendiani e Renziani – potrebbero proporre una candidatura alternativa. Su questo punto, Boccia appare possibilista:  "Noi siamo sempre stati disponibili a fare le primarie,  però devono servire ad allargare e unire la coalizione, non per ridurre il perimetro. Se ci sono queste condizioni si possono fare".

Ovviamente, specifica Boccia, anche in caso di consultazioni ai gazebo, i candidati del Pd resterebbero D'Amato e Majorino: "Sono loro in campo, da questo momento in poi decidono loro.  Se i partiti che si sentono come noi, profondamente alternativi alla destra, avessero voglia di mettersi alla prova sui programmi, io sono sicuro che entrambi sarebbero prontissimi a sedersi al tavolo".

In ogni caso, se mai si concretizzasse, la soluzione delle primarie di coalizione sembra praticabile solo per il Lazio. In Lombardia, infatti, da una parte il peso elettorale dei 5 Stelle è più trascurabile, dall'altra, nonostante alcune spinte interne anche al partito, l'ipotesi che il Pd possa appoggiare Letizia Moratti sembra ormai esclusa. "Mi sembra evidente che il discorso sulla Moratti  sia chiuso", chiosa Boccia.

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