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Referendum, scintille tra Renzi e Zagrebelsky. Il costituzionalista: “Svolta oligarchica”

Confronto incandescente tra Matteo Renzi e Gustavo Zagrebelsky durante lo speciale “Sì o No” condotto da Mentana su La7. “Rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia”, ha detto il costituzionalista, schierato per il No al referendum del 4 dicembre. Il premier: “Giudizio offensivo per gli italiani”.
A cura di Susanna Picone
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Botta e risposta incandescente fra il premier Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky sul referendum costituzionale. I due si sono confrontati nel corso dello speciale “Sì o No” moderato da Enrico Mentana e andato in onda su La 7. Il “duello” si è aperto su “gufi e parrucconi”: “Forse ha ripensato ai discorsi sui parrucconi, rosiconi, gufi, altrimenti non avrebbe perso tempo, come stasera, con uno di loro…”, ha esordito Zagrebelsky rivolgendosi al premier. Che subito ha replicato smentendo di aver mai dato queste definizioni del giurista: “Non mi sono mai permesso di dire che lei è un parruccone. Anche l'aspetto fisico lo dimostra”, ha risposto.

Renzi: "Offensivo verso gli italiani" – I due sono tornati più volte sul pericolo di una ipotetica svolta autoritaria con la riforma del governo Renzi. “Rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia, e questa non è democrazia”, ha detto Zagrebelsky, schierato per il no al referendum del 4 dicembre. “Il giudizio del professore secondo il quale questa riforma avrebbe in sé un rischio autoritario è offensivo nei confronti degli italiani”, ha risposto Renzi secondo cui “l'autoritarismo è dove si mettono in galera i giornalisti, non dove si abolisce il Cnel e si tagliano un po' di poltrone….”. “Io la stimo, ho studiato sui suoi libri, mi dica quale articolo configura questo rischio”, ha poi aggiunto. Per il premier “il nostro sistema di bicameralismo paritario dà vita a un costante ‘ping pong' che determina ritardi clamorosi. È un sistema che assomiglia più a una doppia assemblea di condominio”. “Le difficoltà che lei sottolinea – ha quindi risposto il giurista -, il ping pong, deriva dal fatto che le forze politiche non sono d'accordo, non dal bicameralismo perfetto. La radice di queste difficoltà è politica non istituzionale. In Italia Camera e Senato hanno stessi poteri ma non fanno la stessa cosa”.

Legge elettorale, Renzi pronto a cambiare Italicum – “La legge elettorale si cambia, le leggi elettorali si possono cambiare”, ha aggiunto Renzi che ha poi citato anche un'intervista dello stesso Zagrebelsky del 2013 in cui il costituzionalista “proponeva un premio di maggioranza, col ballottaggio”. “Ora mi lascia perplesso – ha detto il premier -. Deve fare pace con se stesso. Mi si dica che la riforma non va bene, non che è antidemocratica”. In ogni caso, ha ribadito, “siccome la Costituzione è per il futuro dei miei figli, ho detto che prenderemo un'iniziativa per togliere ogni dubbio: la legge elettorale si può cambiare, ma come si fa ad assimilare l'Italia ad un anti-democrazia…”. Il sistema dei “capilista” bloccati “non piace neanche a me”, ha detto Renzi, affermando che “è una delle cose che vorrei cambiare”. Zagrebelsky aveva bocciato l'attuale legge elettorale: “Il mantra è: la sera prima si sa chi governerà per 5 anni. Non mi sembra democrazia. Ricorda Rousseau, gli inglesi credono di essere liberi ma lo sono solo quando mettono la scheda nell'urna. Poi sono servi di chi li comanderà. In cinque anni si può rovinare un Paese. È un potere che rischia di essere illimitato”. Secondo Zagrebelsky la riforma collegata con l'Italicum o con un sistema con premio di maggioranza “elimina ogni ostacolo al prepotere di colui che ha vinto le elezioni”.

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