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Reddito di cittadinanza, il ministro Orlando: “Va ripensato, penalizza le famiglie numerose”

Secondo il ministro del Lavoro Andrea Orlando il Reddito di cittadinanza andrebbe ripensato in base al numero di persone all’interno del nucleo familiare, perché adesso la misura “penalizza le famiglia numerose”. Gli interventi del governo, inoltre, dovrebbero considerare anche di rivedere le modalità di accesso allo strumento di contrasto alla povertà.
A cura di Giuseppe Pastore
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Il punto non è ampliare il Reddito di cittadinanza, ma fare in modo che serva davvero a contrastare la povertà. È la posizione del ministro del Lavoro Andrea Orlando sulla misura introdotta dal governo giallo-verde. Secondo l'esponente di governo, il Reddito così come pensato e applicato premierebbe i nuclei familiari più piccoli e andrebbe a vantaggio soprattutto dei single. Al contrario, invece, "penalizza le famiglie numerose", ha detto Orlando. Secondo il ministro, gli interventi che l'esecutivo dovrebbe mettere in campo per migliorare il Reddito di cittadinanza non dovrebbero tenere conto tanto delle dimensioni della platea di cittadini beneficiari della misura, quanto "della sua efficacia rispetto alle dimensioni dei nuclei familiari".

Orlando: rivedere il Reddito in base al nucleo familiare

Nelle ultime settimane lo strumento di contrato alla povertà è stato al centro del dibattito politico e adesso l'intenzione del governo sarebbe quella di ripensarlo: "Abbiamo detto che vedremo i coefficienti su cui discutere", ha chiarito il titolare del Lavoro. Orlando, inoltre, ha precisato che il problema del Reddito di cittadinanza non sarebbe quello di ampliarlo, ma di renderlo uno strumento più efficiente per il contrasto alla povertà. Il Rdc, quindi, dovrebbe essere ricalibrato in primis in base al numero di persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare. Altro elemento da valutare sarebbe "la questione delle modalità di accesso – ha fatto sapere il ministro – che devono essere in qualche modo ripensate, considerato che durante la pandemia sono emersi alcuni elementi di distorsione".

Il nodo delle politiche attive del lavoro

Proprio in un'intervista a Fanpage.it Orlando aveva spiegato come alla base vi fosse un problema ben più ampio da considerare, legato alle politiche attive del lavoro che "non funzionano in molte realtà – aveva osservato – Soprattutto in quelle dove il Reddito di cittadinanza è particolarmente diffuso". Ed è proprio lì che il governo Draghi vorrebbe scommettere. Il ministro del Lavoro, infatti, aveva evidenziato la necessità di migliorare le politiche attive del lavoro anche per chi non è beneficiario del Reddito di cittadinanza e di combinare la misura economica con "altre misure di carattere sociale". Tutto questo, aveva spiegato "non può passare per una riduzione delle risorse e per una demonizzazione della misura" attaccando le forze politiche che si sono schierate contro il Rdc. "Due terzi delle persone che percepiscono il reddito non sono occupabili", aveva ricordato Orlando. E un terzo del totale, invece, "spesso è in aree dove non c'è occupazione".

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