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Recovery Fund, Meloni: “La proposta dell’Ue non è soddisfacente”

“Siamo stati i primi ad auspicare un Recovery Fund cospicuo, immediato, con una quota maggioritaria di contributi a fondo perduto e senza condizionalità. Prendiamo atto che qualcosa si è mosso in questa direzione ma la proposta della Commissione Ue non è soddisfacente”: così Giorgia Meloni ha commentato la proposta dell’Unione europea sul piano di ripresa economica.
A cura di Annalisa Girardi
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La Commissione europea ha lanciato la sua proposta per la ripresa economica dell'Unione: un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, di cui 500 saranno a fondo perduto e 250 sotto forma di prestiti. All'Italia spettano circa 172 miliardi di euro, di cui quasi 82 da ricevere come aiuti e oltre 90 come prestiti. L'annuncio della Commissione, subito applaudito dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha lasciato tutti soddisfatti. Giorgia Meloni ha subito etichettato il piano per la ripresa presentato da Bruxelles come "non soddisfacente".

Sulla sua pagina Facebook la leader di Fratelli d'Italia ha scritto un lungo post in cui ha elencato tutte le difficoltà che presenta il piano per la ripresa illustrato ieri dalla presidente dell'esecutivo Ue, Ursula von der Leyen. Meloni, affermando in primis come i parlamentari del suo partito siano stati i primi a chiedere un Recovery Fund per far fronte all'emergenza coronavirus, sottolinea come nei negoziati che verranno in Europa ci sia il rischio che le cifre di cui si è parlato non diventino realtà. "Siamo stati i primi ad auspicare un Recovery Fund cospicuo, immediato, con una quota maggioritaria di contributi a fondo perduto e senza condizionalità", ha scritto la deputata romana. Aggiungendo: "Prendiamo atto che qualcosa si è mosso in questa direzione ma la proposta della Commissione Ue non è soddisfacente. Peraltro, siamo all’inizio di un lungo negoziato e il rischio concreto è che la proposta sia rivista al ribasso in seno al Consiglio Ue, che dovrà necessariamente tenere conto delle posizioni dei rigoristi Olanda, Danimarca, Austria e Svezia".

E ancora: "Il diavolo è nei dettagli e sappiamo bene come l’Europa ci abbia spesso riservato brutte sorprese. Le risorse rischiano di essere troppo poche, condizionate a riforme dettate da Bruxelles, e soprattutto di arrivare troppo tardi: se non si concentra la potenza di fuoco di questi interventi subito nei prossimi mesi e su pochi capitoli, il rischio è che questi fondi si rivelino inutili a salvare le nostre imprese". Meloni ha quindi ribadito come il piano dell'Ue venga discusso mentre "con gli aiuti di Stato sta aumentando la disparità tra le diverse economie".

La leader di Fratelli d'Italia quindi conclude: "Senza trasferimenti immediati, alla fine della pandemia ci ritroveremo il nostro tessuto produttivo sempre più debole e quello di alcuni competitor, Germania in testa, sempre più forte". E chiede al presidente del Consiglio di farsi carico delle preoccupazioni esposte dal suo partito e di "esplorare anche strade complementari da aggiungere agli strumenti UE come i Bond patriottici, i Bond perpetui o a lunghissima scadenza acquistati dalla BCE e l’utilizzo dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) del Fondo Monetario Internazionale".

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