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Quanti soldi ha gestito il commissario Arcuri per l’emergenza Covid-19 fino ad ora

Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ha pubblicato i dati relativi agli acquisti effettuati per la gestione del coronavirus. Al 9 novembre risultano firmati 256 contratti, per un totale di quasi 3,5 miliardi di euro gestiti dalla struttura commissariale. Secondo la fondazione Openpolis però i dati forniti non sono sufficienti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ha pubblicato i dati relativi agli acquisti effettuati per la crisi sanitaria dovuta al coronavirus. Arcuri, su richiesta anche del sito di Openpolis, la fondazione indipendente e senza scopo di lucro che si occupa proprio della trasparenza delle informazioni pubbliche, ha messo online, sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, una pagina che mostra i numeri dei contratti stipulati, dal titolo ‘Acquisti di dispositivi e attrezzature per il contrasto all'emergenza Covid-19'. Il decreto legge numero 18 del 17 marzo 2020 conferisce infatti ad Arcuri il compito di acquisire ogni bene necessario al contenimento della diffusione del virus anche in deroga alla normativa vigente.

Al 9 novembre risultano firmati 256 contratti, per un totale di quasi 3,5 miliardi di euro gestiti dalla struttura commissariale, precisamente 3.474.633.711,69. Per la maggior parte (circa 2,8 miliardi) sottoscritti direttamente dal commissario Domenico Arcuri, sottolinea OpenPolis. Altri contratti, per un totale di 249,7 milioni, erano stati inizialmente stipulati da Consip e protezione civile, e affidati solo successivamente alla sua nomina. Una parte della somma è relativa alla produzione in proprio di mascherine e altri prodotti (417 milioni).

Openpolis lamenta in primo luogo il ritardo nella condivisione di queste cifre, che riguardano anche la prima fase dell'emergenza, ricordando come lo stesso Arcuri avesse in realtà promesso già nella conferenza stampa del 7 aprile di rendere pubblici "i dati sui nostri acquisti, con fornitori, quantità, sconti e modalità di ingaggio dei fornitori. Prepariamo un software, presto accadrà".

Quali informazioni mancano

La fondazione segnala però altre criticità: i dati non sono scaricabili, cosa che rende difficile utilizzarli per fare un'analisi. La pagina creata è infatti una una dashboard, cioè una visualizzazione interattiva, e vista la mole di informazione che contiene sarebbe stato invece opportuno lasciare ai naviganti la possibilità di scaricare i dati in formato csv o xls, che consentono una più agevole archiviazione e manipolazione di grandi quantità di dati.

Mancano poi diverse informazioni essenziali per valutare la gestione dell'emergenza, come quelle specifiche sulla modalità di svolgimento della gara. I dati condivisi sono parziali e riguardano solo l'elenco dei contratti o i fornitori, ma non forniscono informazioni sul bando, su tempi e procedura. Significa non avere a disposizione tutti gli elementi per poter valutare pienamente la gestione dell’emergenza.

Si sottolinea inoltre che questo rendiconto riguarda solo una parte di quanto speso per l'emergenza sanitaria in Italia: il 34,6% degli importi messi a bando non sono stati emanati dalla struttura commissariale, Consip e protezione civile. Della fetta totale, 12 miliardi gli importi banditi durante la crisi, solo il 41% è stato emanato dal commissario e un ulteriore 24% da Consip e Protezione Civile. Per questo Openpolis ha inviato ben tre richieste di accesso agli atti al governo, l’ultima il 10 novembre scorso.

Cosa è stato acquistato dal commissario Arcuri

Nel dettaglio, seguendo il documento pubblicato dal commissario Arcuri, il materiale acquisito riguarda: calzari, cuffie, camici, macchinari, mascherine (chirurgiche, FFP2 e FFP3), occhiali, gel, guanti, visiere, prodotti da laboratorio, tute di protezione, ventilatori, voli, test diagnostici, servizi (come manutenzione e comunicazione) e altri prodotti (fra cui sacchetti sterili e pezzi di ricambio per macchinari).

La voce spesa maggiore riguarda proprio le mascherine: complessivamente, per le mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3, se si sommano i contratti sottoscritti direttamente dal Commissario per effetto di negoziazioni dirette e indagini di mercato, quelli sottoscritti da Protezione Civile e Consip prima della nomina di Arcuri (successivamente affidati al commissario), e quelli sottoscritti per la produzione propria di mascherine chirurgiche, si superano i 2,2 miliardi di euro.

La seconda voce di spesa della struttura commissariale riguarda le infrastrutture e gli arredi sanitari e gli arredi scolastici. Per questi abbiamo a disposizione il valore della base d'asta ma non ancora quello di aggiudicazione, o perché il lotto non è stato ancora assegnato o semplicemente perché non è ancora disponibile l’importo finale. Si tratta dei lotti regionali per la riorganizzazione della rete sanitaria emanati a ottobre e del bando per i banchi scolastici (alcuni con le rotelle altri tradizionali) emanato a luglio.

Al quarto posto troviamo le spese per tamponi e servizi di analisi, pari a circa a 200 milioni di euro, sia considerando gli importi a base d’asta sia quelli di aggiudicazione.

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