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Perché l’opposizione sta attaccando il ministro Nordio e cosa farà la maggioranza di Giorgia Meloni

Non si spengono le polemiche sul ministro della Giustizia Nordio, intenzionato a limitare l’uso delle intercettazioni per evitare gli abusi. Conte valuta mozione di sfiducia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la presa di posizione contro l'abuso delle intercettazioni, all'indomani dell'arresto del superlatitante mafioso, il boss Matteo Messina Denaro, che è stato reso possibile proprio grazie all'impiego di questo strumento d'indagine, il ministro della Giustizia Nordio è finito nella bufera. Gli vengono contestate anche le frasi che ha pronunciato lo scorso giovedì alla Camera, quando ha chiesto al Parlamento di non essere "supino" ai pm.

Giorgia Meloni è dovuta intervenire per due volte in sua difesa, rinnovando la piena fiducia nel titolare di Via Arenula, che incontrerà in settimana "per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana" e valutare le proposte di riforma del sistema giudiziario avanzate dall'ex pm.

Dopo gli attacchi Nordio ha smentito le voci sulle sue possibili dimissioni. Con Meloni "siamo in perfetta sintonia", ha assicurato. "È necessario mettere mano alle cose che non funzionano, e quello che non funziona è un certo uso che si fa delle intercettazioni. Dobbiamo cercare le soluzioni più efficaci per capire quali punti che riguardano lo stato di diritto non funzionano, senza la necessità" di polemiche o scontri, ha ribadito oggi la presidente del Consiglio da Algeri.

Il Guardasigilli, pur avendo riconosciuto l'importanza di questo strumento per le indagini che riguardano mafia e terrorismo, ribadendo che il governo Meloni non ha alcuna intenzione di limitarne l'uso, ha detto che bisogna intervenire con una riforma su quelle giudiziarie, effettuate su richiesta del pm e autorizzate del gip "che coinvolgono persone che non sono né imputate né indagate e che attraverso un meccanismo perverso e pilotato finiscono sui giornali e offendono cittadini che non sono minimamente coinvolti nelle indagini". Su questo il ministro non intende fare marcia indietro, ricordando che "la rivoluzione copernicana sull'abuso delle intercettazioni" è uno dei punti del programma di questo esecutivo.

"Non sarà mai abbastanza ribadito – ha dichiarato Nordio – che non vi saranno riforme che toccheranno le intercettazioni su mafia e terrorismo. Quando dico che i mafiosi non parlano per telefono alludo al fatto che nessuno di loro al telefono abbia manifestato volontà di delinquere o espresso una parola che sia prova di un delitto", ha affermato il ministro, aggiungendo che le intercettazioni servono soprattutto per individuare "i movimenti delle persone sospettate di mafia, terrorismo", anche utilizzando le intercettazioni "preventive, che sono utilissime e restano segrete".

Nordio nei suoi ultimi interventi ha assicurato di voler mantenere gli ascolti anche sui reati che sono "satelliti" delle condotte mafiose. Il punto è proprio che spesso, per arrivare a intercettare i reati di mafia, è necessario partire dall'individuazione di fattispecie minori, i cosiddetti "reati spia", che sono spesso di matrice economica, come il riciclaggio di denaro sporco o la corruzione.

Chi difende le intercettazioni così per come sono – il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia le ha definite "il pilastro dell'inchiesta" che ha portato alla cattura del boss Messina Denaro dopo 30 anni di ricerche – sostiene che senza intercettazioni è impossibile per esempio svolgere le indagini in materia di corruzione.

Frizioni nella maggioranza, Salvini scarica Nordio

Il clima di tensione ha portato a frizioni all'interno della maggioranza, soprattutto dopo le parole del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro (Fdi), che ha spiegato quali potrebbero essere alcuni modi per intervenire sulle intercettazioni: una qualche forma di punizione ai giornali che pubblicano contenuti penalmente irrilevanti, ma anche ai magistrati stessi che li riportano.

Il leader della Lega Matteo Salvini che si è espresso in modo critico verso il ministro, prendendo le distanze: "Spero che sia finito il tempo dei contrasti tra politica e magistratura. C’è bisogno di serenità e tranquillità e la politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa".

"Il ministro Nordio – ha aggiunto – pone l'accento su alcuni abusi, ma l’importante è che non ci siano polemiche con l’intera magistratura che ha a lavoro persone perbene che sono in tribunale non per fare politica o per intercettare a casaccio. Importante è individuare e sanzionare gli abusi senza nuovi scontri tra pezzi dello Stato".

Berlusconi difende Nordio

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è sceso in campo a sostegno del ministro Nordio: "Dopo molto tempo, l'Italia ha un ministro della Giustizia di cultura liberale e garantista", una cultura "profondamente affine alla nostra".

"Questa è una buona notizia per il Paese, per il governo, per tutti gli italiani, di tutte le parti politiche", dice con un video postato sui social di primo mattino dal titolo ‘Vogliamo una giustizia giusta, ecco perché votare Fi'.

"Noi di Forza Italia sosterremo l'azione del ministro Nordio con assoluta convinzione", dice, assicurando che le sue proposte di riforma "trovano un significativo consenso anche oltre il perimetro della maggioranza". Berlusconi dice la sua anche sulle intercettazioni: "Noi sappiamo benissimo che in alcuni casi le intercettazioni sono uno strumento di indagine necessario. Nessuno ha mai pensato di impedirne o di limitarne l'utilizzo per le indagini di mafia o di terrorismo".

Dalla parte del titolare della Giustizia anche Carlo Calenda: "Io sono del tutto allineato a quello che dice Nordio. Non c'è nessun disegno che tocca l'indipendenza della magistratura. C'è l'idea che la magistratura in questi anni ha usato le intercettazioni per distruggere persone che non hanno fatto alcun reato. La sfera privata non ha niente a che vedere con i reati. Le intercettazioni servono a combattere i reati, non servono a garantire la morale pubblica", ha detto il leader di Azione e del Terzo polo a ‘L'aria che tira' su La7.

Conte valuta mozione di sfiducia a Nordio

L'opposizione, M5s in testa, sta attaccando il titolare di Via Arenula, valutando anche una mozione di sfiducia, per appoggiare la raccolta firme lanciata da alcuni quotidiani, e chiedere le dimissioni del ministro Nordio.

"Il confronto in parlamento con Nordio è stato deludente, ci preoccupa la prospettiva, delineata da questa maggioranza, che ci porta a ritenere che possa essere a rischio il 41 bis, che possa essere compromessa la capacità di investigare mafia e corruzione con questo dibattito che hanno aperto per limitare le intercettazioni e ci preoccupa molto, in prospettiva, anche il disegno, facendo saltare l'obbligatorietà dell'azione penale e la separazione delle carriere, di voler asservire il potere giudiziario al potere politico. Questo disegno lo contrasteremo fortemente. Sulle misure con cui contrastarlo ci riserviamo una valutazione", ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte da Roma.

"La legge sulle intercettazioni ha già ridotto significativamente la pubblicazione di quelle penalmente non rilevanti – ha detto il deputato Pd ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ad ‘Agorà' su Rai3 – Non l'ha scongiurata in assoluto, non perché la legge sia sbagliata ma perché qualsiasi legge non impedisce la sua violazione. Tant'è che ho chiesto con una interrogazione al ministro Nordio se i casi che lui ha citato, da ultimo quello della conversazione tra Zaia e Crisanti, sono stati oggetto di una ispezione. Perché non si tratta di cambiare la legge ma di capire come sanzionare chi non l'ha rispettata e questo è il punto fondamentale. L'idea di restringere le intercettazioni è pericolosissima perché sono uno strumento assolutamente fondamentale per il contrasto alla criminalità organizzata, al terrorismo ma anche ai reati contro la pubblica amministrazione, che nel nostro Paese non sono un problema alle nostre spalle ma una realtà presente, purtroppo".

"L'idea di intervenire a valle –  ha aggiunto l'ex ministro – sanzionando i giornalisti, è una idea molto pericolosa per la libertà di stampa e per il corto circuito che si viene a determinare quando una intercettazione è sostanzialmente già pubblica, in atti che sono a conoscenza di molte persone", ha aggiunto.

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