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Perché i ristoranti sono aperti a pranzo, ma non la sera per cena

In questi giorni è tornato a farsi spazio il dibattito sulla riapertura serale di bar e ristoranti in zona gialla. Se sono aperti a pranzo in sicurezza, perché non possono fare lo stesso per la cena? Ci sono però delle ragioni dietro questa decisione, che corrispondono al tentativo di ridurre al minimo le occasioni di socialità e di contatto tra le persone, che sappiamo essere pericolose per la diffusione del coronavirus. Facciamo chiarezza.
A cura di Annalisa Girardi
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Le regole anti-contagio non sono cambiate con il nuovo governo. Allentare le restrizioni e le misure di contenimento del virus non è ancora possibile: preoccupano le varianti e la curva epidemiologica è ancora molto critica. Tuttavia in questi giorni è tornato a farsi spazio il dibattito sulla riapertura serale di bar e ristoranti, dopo che Matteo Salvini si è unito alle proteste del settore e ha chiesto buonsenso rispetto ai provvedimenti di apertura e chiusura delle attività: "Se posso andare a pranzo in sicurezza al ristorante, perché non posso fare lo stesso la sera?", ha detto. Proviamo allora a capire per quali ragioni al momento bar e ristoranti devono chiudere al pubblico la sera, mentre restano aperti a pranzo.

Partiamo da un presupposto fondamentale. Cioè che si tratta dei luoghi in cui è più alto il rischio connesso alla circolazione del virus. Sia che si tratti del pranzo o di cena, bar e ristoranti sono un pericolo dal punto di vista sanitario. Uno studio condotto negli Stati Uniti ha analizzato i contesti e i luoghi in cui si registra un incremento del rischio di contrarre il virus: i fattori che influenzano i livelli di trasmissione dell'infezione, infatti, ci aiutano a capire quali sono le misure da mettere in campo per abbattere la curva dei contagi, ma anche a comprendere le ragioni dietro alcune restrizioni o chiusure che negli ultimi 12 mesi hanno cambiato così radicalmente la nostra quotidianità.

Convivendo a lungo con il virus, abbiamo imparato che i luoghi chiusi e i contatti prolungati a poca distanza dagli altri (specialmente in assenza di mascherina) sono lo scenario più favorevole per il virus, affinché si diffonda. Mangiare al ristorante o prendere un caffè al bar sono delle attività incompatibili con l'uso della mascherina e, allo stesso tempo, implicano una prolungata esposizione diretta alle altre persone. Che, potenzialmente, potrebbero essere positive. Ed è per questo che i governi in tutta Europa, non solo in Italia, si sono affrettati a chiudere o imporre severe restrizioni a bar e ristoranti.

Questa constatazione, tuttavia, ancora non dà una precisa risposta alla nostra domanda iniziale, sul perché i ristoranti siano chiusi la sera e non a pranzo. Abbiamo solo detto che si tratta dei luoghi più a rischio durante l'emergenza sanitaria. Ci sono però una serie di altre considerazioni da fare. Considerazioni che devono tenere conto di un bilanciamento tra sicurezza sanitaria e ripartenza economica. Tenere i ristoranti aperti solo a pranzo permette comunque di ridurre, anche se non di azzerare, le occasioni di socialità che sappiamo essere pericolose per la diffusione del virus. All'orario di pranzo, specialmente durante la settimana, bar e ristoranti vengono frequentati specialmente da lavoratori: di sera, invece, potrebbero favorire occasioni di socialità e rischi di assembramento in cui il virus si propagherebbe molto più facilmente.

Il motivo per cui i ristoranti sono chiusi anche a cena è lo stesso per cui da mesi il governo impone il coprifuoco e raccomanda di non invitare troppe persone non conviventi nelle case private: bisogna evitare tutte quelle occasioni superflue di socialità che sono terreno fertile per la diffusione dell'infezione. Chiudere la sera, inoltre, significa ridurre di non poco la mobilità dei cittadini. In conclusione, le misure di chiusura (anche se parziali e non totali) servono per ridurre le occasioni di contagio e abbattere i rischi, nonostante il rischio zero non esista.

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