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Per Luigi Di Maio “non ci sono i presupposti per un’alleanza strutturale con il Pd”

“I nostri militanti e rappresentanti sul territorio non vogliono l’alleanza”, ha detto il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, affermando che alle prossime elezioni regionali i pentastellati si presenteranno da soli. “Questo non significa non mettersi insieme a delle liste civiche, non significa non aprire a un candidato presidente che possa rappresentare un respiro oltre il Movimento, ma nell’ambito di una terza via che rappresentiamo, come abbiamo sempre fatto”, ha aggiunto.
A cura di Annalisa Girardi
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Il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha affermato che "non ci sono i presupposti per alleanze strutturali con il Partito democratico". Il ministro degli Esteri ha quindi comunicato che alle prossime elezioni regionali il Movimento si presenterà da solo: "I nostri militanti e rappresentanti sul territorio non vogliono l'alleanza".

E ancora: "Ieri sera abbiamo deciso che ci presentiamo da soli" in Emilia Romagna e Calabria. "Questo non significa non mettersi insieme a delle liste civiche, a dei movimenti civici, non significa non aprire a un candidato presidente che possa rappresentare un respiro oltre il Movimento ma nell'ambito di una terza via che rappresenta il nostro Movimento, come abbiamo sempre fatto", ha poi agiunto il capo politico pentastellato a margine della sua informativa in Senato sulla Siria.

Al segretario dem, Nicola Zingaretti, che aveva affermato di non voler andare al voto, sottolineando però la necessità di un cambio nella maggioranza che deve "litigare meno e produrre di più per essere riconosciuta come un'alternativa credibile alle destre", Di Maio dice di "rispondere con il sorriso".

La fine dell'esperimento regionale

Non è la prima volta, in seguito alla sonora sconfitta in Umbria, che Di Maio mette la parola fine sull'alleanza con il Pd a livello regionale. "Andare da soli alle elezioni amministrative è sempre stata la posizione del M5S: siamo alternativi ai partiti, non complementari. Quello in Umbria è stato un esperimento, non ha funzionato e punto. Si guarda avanti", aveva affermato il ministro degli Esteri.

"Dopo uno tra i nostri minimi storici alle regionali, direi che può considerarsi una esperienza chiusa. Nelle prossime ore ho incontri con gli eletti di Calabria ed Emilia-Romagna per iniziare un percorso. Saranno i territori a decidere, ma sono pronto a scommettere che nessuno mi chiederà di allearci con il Pd dopo il dato umbro", aveva proseguito il capo politico pentastellato, puntando quindi il dito contro l'alleanza con i dem per spiegare i voti dimezzati presi dal Movimento.

L'intesa continua a livello nazionale

"Non mi sento insidiato da Giuseppe Conte. Non solo, credo che questo governo sia una squadra che debba portare avanti il programma", rassicura però oggi Di Maio parlando dell‘intesa a livello nazionale. "Se facciamo squadra i cittadini comprenderanno quello che stiamo facendo", conclude. Anche questo concetto era già stato espresso nei giorni scorsi "Una elezione regionale è una elezione regionale, non nazionale", aveva dichiarato. In altri termini, al governo non cambia nulla.

"Tutte le analisi di voto dicono che la metà dei nostri elettori si è astenuta a causa della coalizione con il Pd. Quindi il tema c’è. Poi penso che serva grande umiltà nel ripartire. Dobbiamo azzerare le aspettative e affrontare le regionali come le comunali con lo spirito di chi vuole dare una opportunità ai cittadini di partecipare", aveva commentato, affermando però che il Movimento nelle sue varie parti fosse concorde sul restare al governo.

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