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Per il Parlamento Ue la Russia è uno Stato terrorista, M5s: “Non è così che si arriva alla pace”

Il Parlamento europeo ha approvato oggi una risoluzione che definisce la Russia uno Stato che “sponsorizza il terrorismo e utilizza mezzi terroristici”. La delegazione del Movimento Cinque Stelle, però, si è astenuta: “Non è con questi toni che si apre un negoziato e si arriva alla pace”, chiarisce l’eurodeputata Tiziana Beghin.
A cura di Annalisa Girardi
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Per il Parlamento europeo la Russia è uno Stato che "sponsorizza il terrorismo e utilizza mezzi terroristici". È quanto afferma una risoluzione approvata oggi a Strasburgo, su cui però si è astenuto il gruppo del Movimento Cinque Stelle. Il motivo? I toni non sarebbero funzionali ai negoziati di pace, hanno spiegato dal M5s. Sottolineando che affinché le trattative sulla fine del conflitto funzionino, è necessario che tutte le parti mostrino apertura. Una risoluzione dove la Russia viene definitiva "terrorista" invece, secondo i Cinque Stelle al Parlamento europeo, dimostra esattamente il contrario.

La risoluzione del Parlamento europeo

Nella risoluzione approvata a larga maggioranza, i deputati "hanno riconosciuto la Russia come stato sponsor del terrorismo per le atrocità commesse dal regime di Vladimir Putin contro il popolo ucraino", si legge in un comunicato stampa del PE. "Gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe e dei loro delegati contro i cittadini, la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario sono tutti atti di terrore e crimini di guerra", proseguono da Strasburgo.

Il Parlamento europeo specifica di non poter dichiarare ufficialmente gli Stati come sponsor del terrorismo, ragion per cui invita gli Stati membri a farlo, in modo da far "scattare una serie di misure nei confronti di Mosca e porterebbe serie restrizioni nelle relazioni dell'Ue con la Russia". Insomma, secondo il PE in questo modo si andrebbe a "isolare ulteriormente la Russia a livello internazionale, anche per quanto riguarda l’adesione ad organizzazioni e organismi internazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

Beghin (M5s): "Nella risoluzione non si parla di pace"

Tuttavia, per il Movimento, non sarebbe questa la strada per avviare i negoziati di pace e arrivare così a una risoluzione del conflitto. "In è il momento di alzare i toni della pace", hanno detto i deputati pentastellati a Strasburgo, sottolineando che la risoluzione approvata oggi "porta invece all'opposta direzione". Non è il momento di fare muro contro muro, ha aggiunto la delegazione M5s, guidata dall'eurodeputata Tiziana Beghin. Che in un punto stampa con i giornalisti ha aggiunto: "La nostra posizione, rispetto a questa risoluzione, chiaramente non è di appoggio (alla Russia, ndr), non è assolutamente in discussione il nostro sostegno all'Ucraina, come peraltro fatto dal primo giorno. Ma noi crediamo che una risoluzione come questa, con questi toni, non sia funzionale a un negoziato di pace. Che è, e deve rimanere per tutti, il primo obiettivo. Quindi se effettivamente il Parlamento europeo vuole dimostrare di perseguire la pace, non può farlo attraverso una risoluzione così. Questa è la motivazione per cui noi non la sosteniamo".

E ancora: "L'astensione è un segnale, noi condanniamo la Russia in ogni sede senza se e senza ma. In questa risoluzione però la pace non viene citata nemmeno una volta. Non viene inserita alcuna parola per perseguire un negoziato di pace. Questa è una risoluzione che di fatto vuole portare avanti il conflitto e per noi è assolutamente insostenibile". Il M5s ha comunque deciso di non votare contro proprio per sottolineare come la condanna a Mosca non venga meno.

Beghin poi risponde a chi accuserà il Movimento di essere ambiguo: "La nostra posizione verrà strumentalizzata da chi ha intenzione di strumentalizzare, come già è stato fatto. Però noi non prendiamo lezioni da nessuno, soprattutto da chi già nel 2015 utilizzava una maxi vendita di blindati in violazione dell'embargo". E conclude: "Questa risoluzione sceglie una posizione politica che non vuole arrivare a una soluzione diplomatica. Qualsiasi negoziato deve iniziare con una posizione di apertura e non di chiusura. Se si apre un negoziato con una posizione di estrema condanna e con parole così forti, nessuno sarebbe disposto a sedersi al tavolo. Ma temo che questa sia proprio la posizione portata avanti da questa risoluzione, cioè il non volersi sedere a un tavolo e non voler perseguire la pace".

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