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Per il ministro Provenzano il vaccino contro il Covid dovrà essere “gratuito e obbligatorio”

“Io credo che il vaccino contro il coronavirus debba essere gratuito e debba essere per tutti. Credo nell’obbligo vaccinale, là dove è comprovato che serva”: così il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, afferma che quando arriverà il vaccino contro il Covid-19, questo dovrebbe essere gratuito e obbligatorio per tutti i cittadini. Poi aggiunge: “L’Italia è uno dei Paesi che ha investito di più nel vaccino, e in questo momento è il più avanzato. A ottobre avremo alcune dosi”:”
A cura di Annalisa Girardi
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"L'Italia è uno dei Paesi che ha investito di più nel vaccino, e in questo momento è il più avanzato. A ottobre avremo alcune dosi": lo ha detto il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ospite alla trasmissione In Onda su La7, rispondendo ad alcune domande sul vaccino contro il coronavirus. "C'è un impegno dell'Italia nella frontiera della prevenzione. Ci sarà l'obbligo? Vediamo, io comunque credo che debba essere gratuito e debba essere per tutti. Credo nell'obbligo vaccinale, là dove è comprovato che serva", ha poi proseguito. Il ministro è anche intervenuto sulla gestione dell'emergenza, sanitaria prima ed economica poi, specialmente in relazione alle differenze e agli scontri tra le diverse Regioni: "Nella prima fase di gestione della pandemia sicuramente uno degli errori è stata la disomogeneità territoriale con cui l'abbiamo affrontata: questo è indubbio e l'abbiamo detto".

Secondo Provenzano questa disomogeneità è stata anche data dal fatto che non si erano ricostituite le catene di comando, "perché noi scopriamo adesso un'architettura istituzionale molto complessa", afferma, citando il fatto che ogni Regione "faceva un po' quello che voleva". Il ministro rivendica quindi di essere stato uno tra coloro che chiedevano delle aperture differenziate, ma non semplicemente tra Nord e Sud, "ma per esempio tra grandi e piccoli centri che erano Covid-free". Provenzano sostiene quindi che questo sarebbe stato possibile: "Oggi non dobbiamo alimentare la contrapposizione territoriale, ho visto migliaia di meridionali partecipare ai concorsi per andare volontari nelle zone più colpite del Nord. Anche questa è l'Italia".

E poi conclude: "Tutto sommato noi abbiamo fatto prevalere un criterio di ordine nella gestione. Non siamo nel senno di poi, siamo ancora in una fase in cui conviviamo con il virus". Affermando di non voler lanciare allarmismi, il ministro sottolinea quindi che "il numero di contagi ha interrotto quella sua fase discendente". Lancia quindi un appello alla responsabilità di tutti i cittadini.

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