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Elezioni politiche 2022

Pensioni, Salvini: “Fornero legge infame, quota 41 si può fare e piace ai sindacati”

Il segretario della Lega, negli ultimi giorni prima delle elezioni, attacca ancora la riforma Fornero sulle pensioni, che tornerà in vigore a gennaio a meno di interventi del nuovo governo. La proposta della Lega è la “quota 41”.
A cura di Luca Pons
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Dopo il raduno annuale di Pontida, l'ultima parte della campagna elettorale di Matteo Salvini parte dal Sud. Ieri, a Crotone, Salvini è tornato su alcuni dei suoi cavalli di battaglia: decreti sicurezza ("al primo Consiglio dei ministri, se la Lega vince"), autonomia delle Regioni (tema che Luca Zaia, governatore del Veneto, ha rimesso in agenda proprio a Pontida, dicendo che "l'autonomia vale anche la messa in discussione di un governo") e lo stop alla legge Fornero sulle pensioni.

Per Salvini, la riforma Fornero delle pensioni è "la prima legge che cancellerò, se avrò l'onore, in caso di vittoria del centrodestra". Si tratta di "una battaglia di civiltà, per restituire il diritto alla pensione a milioni di italiani e il diritto al lavoro ad altrettanti giovani". Una legge "infame" per gli italiani: "Andare in pensione dopo 40 anni di lavoro non è un regalo, è un sacrosanto diritto e quindi chi sceglie la Lega sceglie il diritto di pensione. Mandiamo in pensione la legge Fornero!".

La riforma Fornero fu varata nel 2011, inserita dalla ministra del Lavoro Elsa Fornero nel cosiddetto "decreto Salva Italia" del governo Monti, che secondo lo stesso Monti serviva a tagliare la spesa pubblica italiana per evitare il rischio di default finanziario dello Stato. Fissa a 67 anni l’età di pensionamento, che si può anticipare – riducendo l’assegno – per gli uomini con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne con 41 anni e 10 mesi. Negli anni sono stati proposti due volte referendum per abrogare la riforma, nel 2013 da Rifondazione comunista e nel 2015 dalla Lega Nord, come si chiamava allora. Entrambe le volte, i referendum sono stati dichiarati inammissibili per motivi diversi, nel primo caso dalla Corte di Cassazione e nel secondo dalla Corte costituzionale.

Dal 2019, la riforma Fornero è stata sostituita per due anni dalla cosiddetta "quota 100", che prevedeva di poter andare in pensione a 62 anni di età, con 38 anni di contributi. Da gennaio 2021 si è passati alla "quota 102", che alzava l'età pensionabile a 64 anni, sempre con 38 anni di contributi. Ma il 31 dicembre il periodo di validità della quota 102 finirà. In mancanza di una riforma del sistema pensionistico, quindi, si tornerà alla riforma Fornero.

"A me spiace che la sinistra non parli di lavoro e di pensioni, cancellare la Fornero si può fare", ha affermato Salvini. La proposta della Lega è una nuova "quota", la quota 41: andare in pensione con 41 anni di contributi, a qualunque età. "Andare in pensione a 67 anni è una follia. Fornero ha detto che 41 anni non sono sufficienti per andare in pensione. Forse parla così perché non ha mai lavorato in vita sua" aveva dichiarato già a fine agosto Salvini.

E sulla proposta di quota 41 anche i sindacati sarebbero d'accordo. Già a maggio Salvini aveva incontrato alcuni rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e nelle ultime settimane il segretario della Lega ha ribadito che le organizzazioni sindacali sono interessate alla proposta. I possibili costi variano. Salvini dice che "costerebbe 1 miliardo e 300 milioni per il 2023", la stessa cifra che stima Cgil ipotizzando che solo il 40% degli aventi diritto ne farebbe richiesta, come avvenuto con quota 100. Ma il deputato leghista ed ex sottosegretario all'Economia, Claudio Durigon, ha parlato di 5 miliardi di euro all'anno nei primi tre anni, mentre il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha quantificato il costo in 6 miliardi di euro all'anno.

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