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Pensioni, Padoan: “La Consulta doveva valutare i costi per la finanza pubblica”

Secondo il Ministro dell’Economia la Corte Costituzionale avrebbe dovuto valutare con il suo dicastero l’impatto della sentenza sui rimborsi pensionistici sulle finanze pubbliche.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani della pubblicazione degli ultimi dati sulla povertà da parte dell'Ocse il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan , in passato economista proprio dell'istituto parigino, ha rilasciato un'intervista a Repubblica. A tenere banco soprattutto la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni ed il buco di 19 miliardi stimato dai giudici: "Abbiamo provveduto a tamponare la falla. Ma questa vicenda ha un aspetto che mi lascia perplesso e di cui, per così dire, prendo atto".

Secondo Padoan "la Corte Costituzionale sostiene di non dover fare valutazioni economiche sulle conseguenze dei suoi provvedimenti e che non c'era una stima dell'impatto, che non era chiaro il costo. Ora, non so chi avrebbe dovuto quantificarlo, ma rilevo che in un dialogo di cooperazione tra organi dello stato indipendenti, come governo, Corte, ministri e Avvocatura sarebbe stata opportuna la massima condivisione dell'informazione. Tutti lavoriamo per il bene dello Stato. Non dico ovviamente che bisogna interagire nella fase di formulazione della sentenza, perché l'autonomia della Corte è intoccabile, ma se ci sono sentenze che hanno un'implicazione di finanza pubblica, deve esserci una valutazione dell'impatto. Anche perché questa valutazione serve a formare il giudizio sui principi dell'equità. L'equità è anche quella del rapporto tra anziani e giovani. Questo è mancato e auspico che in futuro l'interazione sia più fruttuosa".

Il ministro poi sembra aprire a clamorosi scenari futuri per l'Italia finora mai presi in seria considerazione. In particolare, qualora la Grecia dovesse uscire dalla zona Euro, "l'Unione monetaria diventa un animale diverso. È un insieme da cui si può uscire, non è più irreversibile. E questo, sempre nel medio periodo aggiunge una possibilità a quelle che esistono attualmente". Poi aggiunge: "Questo cambierebbe i prezzi, laddove ci fossero tensioni. Se entriamo in un contestonel quale c'è una possibilità in più, quella dell'uscita dall'euro, il sistema diventa in generale più fragile meno capace di assorbire gli shock". Per questa ragione è necessario che Atene metta in campo "proposte credibili e azioni concrete su pensioni, mercato del lavoro e sistema fiscale", visti i tempi "oggettivamente stretti" per un accordo. Il ministro, com unque, ha rassicurato che sul breve periodo non esistono rischi per l'Italia. Rischi che però subentrerebbero sul medio periodo.

Per quanto riguarda l'attività del governo in materia di politica economica Padoan spiega che l'obiettivo prioritario è quello di chiudere l'attuale fase delle privatizzazioni, che comprende Poste, Ferrovie e il settore immobiliare, entro il 2016.

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