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Pensioni minime Inps, via all’aumento da luglio: di quanto salgono e chi ci guadagna

L’aumento delle pensioni minime Inps a 600 euro era stato inserito dal governo Meloni nella legge di bilancio. Avrebbe dovuto partire a gennaio, invece finora l’assegno è rimasto lo stesso. A quanto sembra, però, i problemi tecnici sono stati superati e l’incremento potrebbe partire da luglio 2023.
A cura di Luca Pons
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Le pensioni minime Inps dovrebbero arrivare a 600 euro a partire dal mese di luglio 2023, per i pensionati con più di 75 anni. L'aumento, voluto con forza dal governo e soprattutto da Forza Italia (che nel suo programma elettorale aveva promesso pensioni minime a mille euro), avrebbe dovuto avere il via già a gennaio, ma così non è stato.

Perché l'aumento delle pensioni minime a 600 euro è in ritardo

Nella sua prima legge di bilancio il governo Meloni aveva inserito l'incremento per una platea ristretta, ma non definita in modo molto chiaro. Così i problemi tecnici hanno portato a far slittare l'aumento per mesi. Il testo della legge ha portato l'Inps a dover chiedere numerosi chiarimenti e specifiche. Così sono dovuti arrivare dai ministeri competenti degli atti ufficiali che permettessero di inquadrare al meglio la platea dei pensionati over 75 che ricevono l'assegno minimo.

Il rischio era di erogare gli aumenti anche a chi non ne ha diritto, perché riceve già un assegno più alto. Cosa che sarebbe stata impossibile, peraltro, dato che i 480 milioni di euro stanziati per la misura non sarebbero bastati. Secondo quanto emerge da fonti interne, però, tutto dovrebbe essere pronto per iniziare l'erogazione delle pensioni minime a 600 euro da luglio 2023.

Quanto salgono gli assegni e per chi

L'aiuto, come detto, è rivolto a chi riceve una pensione pari all'importo minimo stabilito dall'Inps, che per il 2023 è fissato a 563,74 euro, o anche un assegno più basso. Con gli aumenti percentuali previsti dalla legge, chi prende il minimo e ha più di 75 anni dovrebbe vedere il proprio assegno lievitare fino a 600 euro. L'obiettivo dei mille euro è stato rimandato, anche se da Forza Italia hanno continuato a dire che si farà di tutto per raggiungerlo entro la fine della legislatura, nel 2028. Ecco come cambiano le cose quest'anno.

Oltre al normale adeguamento seguito all'inflazione, che ha portato l'importo minimo fino agli attuali 563,74 euro, la legge di bilancio ha previsto una maggiorazione del 6,4% per i pensionati over 75. Come dettagliato in una circolare Inps già a inizio aprile, questo porta a un aumento di esattamente 36,08 euro al mese. Per chi prende la minima, quindi, l'assegno sale a 599,82 euro al mese. In pratica, viene raggiunta la soglia dei 600 euro. Inoltre, per chi prende più della minima ma meno della soglia raggiunta, cioè i 599 euro, l'assegno verrà integrato per raggiungere quella cifra.

Per i pensionati con meno di 75 anni, invece, l'aiuto è decisamente più ridotto. Si tratta di un aumento dell'1,5%. In sostanza, la pensione salirà di 8,46 euro al mese passando da 563,74 a 572,20 euro.

Il primo assegno aumentato sarà particolarmente alto: l'Inps, infatti, ha previsto di pagare anche gli arretrati, cioè gli aumenti previsti da gennaio in avanti, nel primo pagamento. A luglio, quindi, tutti i pensionati con l'assegno minimo (soprattutto quelli con più di 75 anni) dovrebbero ricevere un assegno particolarmente sostanzioso.

L'aumento dura solo un anno, cosa succede dopo

Le cose cambieranno ancora nel 2024. L'aumento, infatti, è valido solo per l'anno corrente. Dall'anno prossimo ci sarà un aumento unico per tutti i pensionati che prendono l'assegno minimo, a prescindere dall'età. Questo sarà del 2,7%.

Non è possibile stimare la cifra esatta al momento, dato che questo aumento si aggiungerà a quello legato all'inflazione. Dal 2025, poi, si ripartirà da zero: la legge di bilancio non ha previsto ulteriori aumenti a parte le rivalutazioni per l'inflazione.

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