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Pensioni, a marzo 2023 arrivano gli arretrati Inps di gennaio e febbraio: come calcolarli

L’Inps a marzo 2023 erogherà i pagamenti arretrati della pensione per chi non ha ancora ricevuto gli aumenti legati all’inflazione. Chi ha una pensione superiore a quattro volte la minima, infatti, riceverà per la prima volta la rivalutazione, e in più anche gli arretrati per i mesi di gennaio e febbraio.
A cura di Luca Pons
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Da marzo 2023, chi non aveva ancora avuto la rivalutazione della pensione riceverà non solo l'aumento, ma anche gli arretrati per i mesi di febbraio e gennaio. L'Inps, infatti, aveva stabilito che gli aumenti non sarebbero arrivati da subito, per chi ha una pensione al di sopra dei 2.101,52 euro lordi (cioè quattro volte la minima, che è fissata a 525,38 euro per tutti e a 600 euro per gli over 75).

Come calcolare gli aumenti e gli arretrati della pensione

La rivalutazione in base all'inflazione sarà applicata, anche se non del tutto: per decisione del governo Meloni, più le pensioni sono alte, più si abbassa la rivalutazione. Perciò, chi ha una pensione inferiore ai 2.100 euro al mese ha già avuto l'aumento dovuto all'alto tasso di inflazione del 2022 fin da gennaio.

Per loro c'è stato un aumento del 7,3% della pensione, cioè il 100% di quello che serviva per pareggiare il tasso di inflazione. Per chi ha una pensione tra 4 a 5 volte la minima, cioè indicativamente tra 2.100 e 2.626 euro al mese, la rivalutazione si applicherà solo per l'85%, e da lì a scendere, fino al 32% per chi ha una pensione pari a più di dieci volte la minima (sopra i 5.254 euro).

Per sapere quanto sarà alta la prossima pensione, basta consultare la tabella Inps che riporta tutti gli aumenti in base a quanto è alta la pensione. In particolare:

  • Il 100% del 7,3% è già stato applicato, e continuerà a esserlo, alle pensioni che prima arrivavano fino a 2.101,52 euro.
  • L'85% del 7,3% (6,2%) alle pensioni tra quattro e cinque volte il minimo (quindi tra 2.101,52 e 2.626,90 euro);
  • Il 53% del 7,3% (3,9%) alle pensioni tra cinque e sei volte il minimo (tra 2.627 e 3.152 euro);
  • Il 47% del 7,3% (3,4%) alle pensioni tra sei e otto volte il minimo (tra 3.152 e 4.203 euro);
  • Il 37% del 7,3% (2,7%) alle pensioni tra otto e dieci volte il minimo (tra 4.203 e 5.254 euro);
  • Il 32% del 7,3% (2,3%) alle pensioni oltre dieci volte il minimo (sopra 5.254 euro).

In più, va tenuto a mente che nel mese di marzo 2023 si avrà non solo l'aumento normale, ma anche la somma aggiuntiva che avrebbe dovuto arrivare a gennaio e a febbraio.

Quando arrivano gli arretrati e a chi spettano

La data precisa di arrivo della pensione, come tutti i mesi, dipenderà dall'ente a cui ci si è rivolti per averla. Indicativamente il primo del mese, quindi mercoledì 1 marzo 2023, dovrebbero arrivare i pagamenti per chi utilizza Poste italiane. Dal 3 marzo 2023, invece, saranno erogati i pagamenti di chi utilizza le banche. Come già detto, gli arretrati arriveranno solo a chi non ha avuto gli aumenti in precedenza, cioè a coloro che hanno una pensione superiore a quattro volte la minima (2.101,52 euro lordi).

Va ricordato che queste rivalutazioni riguardano l'importo pensionistico, ma non alcuni servizi specifici dell'Inps: ad esempio, le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative e le pensioni a carico del Fondo clero ed ex Enpao, che sono rivalutate individualmente. Non vengono perequate all'inflazione secondo questi schemi neanche le prestazioni a carattere assistenziale e le pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi. Infine, non c'è nessuna rivalutazione per le prestazioni Inps di accompagnamento a pensione come l’Ape sociale.

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