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Partito unico di centrodestra, il progetto di Berlusconi lascia freddi Lega e Fratelli d’Italia

Silvio Berlusconi ha esplicitato oggi l’intenzione di creare un partito unico del centrodestra, andando oltre la proposta della federazione lanciata da Matteo Salvini. Ma dagli alleati emerge scetticismo: la Lega si mantiene cauta, mentre FdI rivendica la propria identità. Domani si incontreranno Antonio Tajani, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e il futuro del centrodestra potrebbe essere uno dei temi in agenda.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo manifesto politico annunciato oggi da Silvio Berlusconi ha subito scaldato gli animi degli alleati e innescato polemiche all'interno del partito. Il leader di Forza Italia ha confermato quanto anticipato dal numero due degli azzurri, Antonio Tajani, nei giorni scorsi: guardando già alle politiche del 2023 il progetto del Cav è quello di creare un partito unico del centrodestra italiano, che metta insieme tutte le formazioni politiche. Non solo Lega e Forza Italia, ma anche Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, passando dai centristi di Nci e Udc.

Berlusconi vuole insomma andare oltre la federazione dei gruppi di centrodestra, proposta da Matteo Salvini. Lo ha detto molto chiaramente oggi, incontrando via Zoom gli eurodeputati azzurri, sottolineando la "spinta" che esiste "dentro Forza Italia" per la nascita di "un partito unico". La questione potrebbe essere affrontata domani, durante un incontro già programmato tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani per fare il punto sulle candidature alle amministrative d'autunno. Alla riunione i leader potrebbero discutere anche del futuro del centrodestra.

Il progetto ha subito generato reazioni, che vanno dal plauso alla stroncatura. Dalla formazione di Giorgia Meloni emerge scetticismo, ed era anche prevedibile, visto che FdI continua a crescere nei sondaggi. L'ipotesi di un partito unico sarebbe "una inutile fuga in avanti" secondo l vice presidente del Senato, Ignazio La Russa, la proposta appare ora "una inutile fuga in avanti", anche perché, sottolinea, nessuno dei parlamentari di FdI vorrebbe votare nel 2023: "Non siamo più d'accordo sul fatto che bisognerebbe andare a votare subito dopo l'elezione del capo dello Stato?".

Giovanni Donzelli dice che FdI sarebbe pronto a collaborare con gli alleati di centrodestra che appoggiano il Governo per sostenere le proposte in linea con i programmi della coalizione, ma il partito unico "non avrebbe senso né per noi né per gli elettori. Siamo alleati, abbiamo programmi compatibili in grado di trovare una sintesi in un programma di governo, ma non siamo la stessa cosa e ci rivolgiamo a sensibilità diverse". Sulla stessa scia il capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida: "Guardiamo con rispetto a ogni proposta, ma per Fratelli d'Italia le specificità all'interno del centrodestra sono la vera forza che ci permetterà di vincere uniti le prossime politiche e di governare finalmente l'Italia".

All'interno di Forza Italia c'è più di un mal di pancia, prima di tutto sull'idea di una federazione: l'ala governativa più moderata degli azzurri, rappresentata dalle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, sarebbe contraria, mentre l'ala di FI più vicina a Salvini, come Ronzulli e Bernini, appoggia il disegno del leader. "Ancora una volta il presidente Berlusconi, che questo centrodestra lo ha fondato, sta gettando le basi per renderlo più competitivo e in linea con una società profondamente cambiata, alla quale dopo le sbandate qualunquiste occorre garantire un’offerta politica forte, credibile e coesa", commenta la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, secondo cui è "sbagliato guardare al futuro con gli schemi del passato".

Per il senatore forzista Massimo Mallegni "Giorgia Meloni è una donna intelligente insieme il centro destra ha una chance. Mentre diviso perde e la possibilità di avere due campi politici chiari come in tanti Stati a nostro avviso potrebbe essere un'opportunità e Berlusconi è in prima linea per lanciare questa sfida".

Giovanni Toti e Luigi Brugnaro – che hanno lanciato il movimento Coraggio Italia in cui sono trasmigrati 11 deputati azzurri e un senatore – hanno invece già detto ‘no' alla federazione dei partiti di centrodestra al governo. La Lega per ora si mantiene cauta. Perché è vero che se la federazione andasse in porto si rafforzerebbe la leadership di Matteo Salvini, arrestando l'ascesa della Meloni. Ma l'operazione potrebbe portare anche a una diminuzione dei consensi dei due partiti, Lega e FI, perché le loro identità rischierebbero di finire annacquate. Da via Bellerio, dopo l'intervento di Berlusconi di oggi, non si sbottonano: "La Lega lavora per unire. L'Italia e la politica hanno bisogno di unità, concretezza e passione", commentano fonti della Lega.

Rotondi approva invece l'appello dell'ex premier agli alleati, e dice sì al partito unitario: "Ma senza Giorgia (Meloni, ndr) il progetto nascerebbe morto, o peggio ancora gravato dal sospetto di una piccola competizione tra i leader".

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