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Obbligo scolastico fino a 18 anni e massimo 18 alunni per classe: la proposta di Sinistra italiana

Sinistra italiana ha presentato la sua proposta per migliorare la scuola italiana: contiene l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 18 anni e un tetto massimo di 18 allievi per classe.
A cura di Annalisa Cangemi
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Obbligo scolastico fino a 18 anni e massimo 18 studenti per ogni classe. È questo il cuore della proposta di legge di Sinistra italiana per cambiare la scuola. La proposta, dal titolo ‘Promossa!', è stata presentata oggi a Montecitorio dal segretario Nicola Fratoianni, dal responsabile Scuola Giuseppe Buondonno, da Elisabetta Piccolotti della commissione cultura, e dai capigruppo dell'Alleanza Verdi Sinistra di Senato e Camera Peppe De Cristofaro e Luana Zanella.

Nel testo si specifica che il numero massimo di alunni per classe di ogni ciclo della scuola non deve essere superiore a 18, viene introdotto il tempo pieno in tutti gli istituti della scuola primaria e il tempo prolungato pomeridiano nella scuola secondaria di I e II grado. L'obbligo scolastico viene elevato progressivamente a 18 anni e quindi l'approdo nel mondo del lavoro passa dai 16 ai 18 anni. Si legge all'articolo 7:

Nell’ambito dei principi fissati dagli articoli 3 e 34 della Costituzione, del valore strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese dell’elevamento dei livelli di istruzione e della riduzione del tasso di abbandono scolastico, a partire dall’a.s. 2024/25 ed entro l’a.s. 2026/27, l’obbligo scolastico è progressivamente elevato fino all’età di diciotto anni.
Conseguentemente l'età per l'accesso al lavoro con qualsiasi forma di contratto individuale, è progressivamente elevata da sedici anni a diciotto anni […]

La proposta, che chiede maggiori stanziamenti anziché tagli alla scuola, si compone di 8 articoli, ed è frutto di un lavoro di confronto con organizzazioni sindacali e degli studenti, associazioni degli insegnanti, dei genitori e della società civile.

Anche per la fascia d'età 0-6 anni ci devono essere più garanzie. All'articolo 3 si legge:

Ciascun Comune della Repubblica italiana deve essere messo in condizione di garantire ai cittadini della fascia 0-6 anni, l’effettivo diritto allo studio e quindi l’accesso alla scuola, che deve essere considerata parte integrante del processo formativo di crescita e non più servizio a domanda individuale […]

Per combattere la povertà educativa Sinistra Italiana chiede che nelle aree del Paese con maggiori percentuali di abbandono scolastico siano istituite le "Zone di educazione prioritaria e solidale", che possono avere un numero massimo di 15 alunni per classe. Piccolotti spiega che il settore scolastico "è minacciato da scelte ideologiche del ministro che porta avanti un'idea conservatrice". Zanella sottolinea la necessità di un luogo di "socializzazione, anche alla luce del fatto che i ragazzi sono sempre più spesso figli unici". Fratoianni osserva che la proposta è "frutto di confronto e partecipazione come è necessario per un tema come la scuola che è tutt'altro che settoriale. La scuola pubblica italiana è la più importante infrastruttura sociale e culturale ed è stata svilita in questi anni". Per il segretario, infine, "l'autonomia differenziata è il colpo definitivo alla scuola".

Commentano il testo diverse realtà della società civile. Francesco Sinopoli, segretario generale Flc-Cgil, dice che "dopo 20 anni di disinvestimento nella scuola, culminati nel taglio di oltre 8 miliardi di euro ad opera del Governo Berlusconi nel 2008 e mai più reintegrati, il DDL presentato dall'Alleanza Verdi-Sinistra ha il pregio di prevedere importanti risorse per tutto il sistema scolastico. Al centro degli 8 articoli ci sono sicuramente gli alunni e i loro bisogni", continua. Il sindacalista definisce "opportuni anche gli interventi previsti a sostegno dei comuni con difficoltà economiche per garantire i servizi educativi all'infanzia". Insomma, conclude, "il disegno di legge si presenta come un giusto provvedimento a sostegno del diritto allo studio e all'ampliamento della qualità della scuola, prevedendo anche l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni che è una proposta che la CGIL da tempo sostiene. Ci auguriamo che il Parlamento vorrà misurarsi su questa importante iniziativa".

Per Valentina Chinnici, presidente nazionale Cidi (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti)  la proposta di legge "ha il grande merito di andare in direzione opposta alle politiche dissennate degli ultimi anni, fatte di tagli e dimensionamenti che hanno indebolito e mortificato la funzione e il mandato della scuola della Costituzione. Auspichiamo che la proposta trovi ampio e trasversale consenso tra tutte le forze politiche dell'arco parlamentare che ritengono realmente, e non solo a parole, che la scuola sia il cuore dello sviluppo umano, culturale ed economico di qualsiasi Paese".

Angela Nava Mambretti, del Coordinamento Genitori Democratici, sottolinea che "servono risorse, formazione, ampliamento di tempi e spazi, con strumenti quali il sistema zero-sei, il tempo pieno, l'apertura della scuola al territorio, nuove forme di reclutamento, estensione dell'obbligo scolastico, contrasto alle povertà e agli abbandoni scolastici, investimenti nelle zone di maggior fragilità".

Sul fronte studentesco Paolo Notarnicola (segretario Rete Studenti Medi) osserva che "la scuola pubblica vive da anni di sottofinanziamenti e di un'attenzione sempre minore da parte dei vari governi che si sono susseguiti, che non si sono mai assunti la responsabilità di provare a ripensare il modello di istruzione cui siamo abituati, per risolverne le contraddizioni. Auspichiamo che si inizi a parlare al più presto di un serio ripensamento del modello di istruzione, che deve necessariamente partire dall'ascolto di chi la scuola la vive ogni giorno, un ascolto interessato, a differenza di quello strumentale che il Ministro Valditara ha dimostrato in questi mesi".

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