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Nuovo reddito di cittadinanza, la ministra del Lavoro spiega chi lo potrà richiedere e per quanto

La ministra del Lavoro Marina Calderone, intervistata da Repubblica, ha chiarito alcuni aspetti della misura che sostituirà il reddito di cittadinanza, la Mia. Il governo vuole che per gli occupabili non sia un sussidio, ma un assegno da prendere per il minor tempo possibile mentre si cerca un lavoro.
A cura di Luca Pons
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Nel nuovo reddito di cittadinanza, che potrebbe anche non chiamarsi Mia (Misura di inclusione attiva), chi è occupabile "non avrà un sussidio", ma piuttosto una "politica attiva" per il lavoro unita a una "indennità di partecipazione". A dirlo è stata la ministra per il Lavoro del governo Meloni, Marina Calderone, in un'intervista a Repubblica.

La nuova misura toglierà agli occupabili – specialmente ai single – il bonus per l'affitto, abbasserà la soglia Isee necessaria per avere l'assegno, ridurrà gli importi e metterà dei paletti molto stringenti dal punto di vista della formazione e delle offerte di lavoro. Tuttavia, "non è punitiva", ha chiarito Calderone. "Anzi, le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell'attuale, perché i minori vanno protetti". Semplicemente, "la vecchia logica del reddito di cittadinanza non c'è più".

Tutti i punti ancora da chiarire: quante persone riceveranno la Mia

La ministra ha ammesso che ci sono ancora molti punti non chiari nella nuova riforma, che dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri entro il mese di marzo. Le regole che sono state anticipate sui giornali, ha detto, erano parte di "una bozza di lavoro superata".

I numeri sono ancora poco chiari, tanto che è "difficile quantificare la platea" di persone che potrà ricevere il nuovo sussidio, per Calderone. Questo perché la platea non sarà "statica": nell'intenzione della ministra, il numero di persone che ricevono la Mia sarà variabile perché molte di loro troveranno lavoro e smetteranno di prendere l'assegno.

Se il numero di persone fosse "statico", allora "ricadremmo in una logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni", cioè quella del reddito di cittadinanza. Per ora, quindi, non ci sarebbe una stima delle persone che effettivamente prenderanno la Mia, perché "chi può lavorare deve essere messo in condizione di farlo e uscire quanto prima dalla misura. In questo senso non parlerei di risparmio, ma di platea molto più mobile".

Favorite le famiglie numerose, i single saranno i primi a doversi "attivare"

Come il governo Meloni ha messo in evidenza più volte, il suo interesse va soprattutto alle famiglie con molti figli. Per questo, "per le famiglie numerose l'Isee terrà conto anche dell'apporto fornito dall'Assegno unico per i figli, in modo tale da ricevere più di ora. Così andiamo a correggere una delle storture del Reddito, segnalate anche dalla Commissione Saraceno: uno strumento che dava troppo al singolo e troppo poco ai nuclei con figli", ha detto Calderone.

In più, seguendo la stessa logica, "l'aiuto per l'affitto andrà a chi ne ha davvero bisogno, come le famiglie con figli e gli over 60". Il bonus – che attualmente può arrivare fino a 280 euro al mese – sarà quindi tolto agli occupabili senza figli.

Proprio riguardo agli occupabili, Calderone ha specificato che sarebbero 404mila, "ben 300mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi". Le persone single e senza figli, quindi, saranno osservate con particolare attenzione perché si trovino un lavoro il più in fretta possibile e smettano di prendere l'assegno della nuova Mia. Secondo Calderone, "un beneficiario di Reddito, con determinate caratteristiche e con 160 ore di formazione mirata e orientata alle esigenze delle imprese, dopo 3-4 settimane può uscire dal sussidio".

Cosa cambia nella ricerca di lavoro per gli occupabili con la Mia

Il modo in cui il governo intende facilitare la ricerca di un lavoro è "intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l'impiego". Questo, ha detto la ministra, avverrà con una "nuova Piattaforma digitale a cui stiamo lavorando".

Chi richiede la Mia – se questo sarà il suo nome – dovrà "necessariamente iscriversi e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale". Dopodiché il sistema, in automatico, invierà la persona al centro per l'impiego, oppure all'assistenza sociale. Nelle intenzioni della ministra, "i vasi sono comunicanti e le destinazioni invertibili: un giovane padre di famiglia con figli piccoli potrà essere avviato al lavoro, dopo un periodo di sostegno, e un single non in grado di lavorare indirizzato all'assistenza".

Nella piattaforma saranno coinvolti "tutti: dal ministero, all'Inps, all'Anpal, alle Regioni, ai Comuni, ai Centri per l'impiego, alle Agenzie private del lavoro accreditate. Agli Ispettori del Lavoro e alle forze dell'ordine per i controlli che saranno intensificati. Presto avremo anche una versione per smartphone".

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