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Nuovo addio nel Movimento Cinque Stelle: Luigi Di Marzio passa al gruppo Misto

“Di fronte a un’epurazione di fatto, di cui non posso che prenderne atto e ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio in merito, formalizzo la mia decisione di aderire al gruppo Misto”: così il senatore pentastellato (ancora per poco) Luigi Di Marzio ha annunciato di abbandonare il Movimento per passare al gruppo Misto.
A cura di Annalisa Girardi
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Un altro abbandono per il Movimento Cinque Stelle. Questa volta è il senatore Luigi Di Marzio a decidere di abbandonare i banchi pentastellati per passare al gruppo Misto. "Di fronte a un’epurazione di fatto, di cui non posso che prenderne atto e ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio in merito, formalizzo la mia decisione di aderire al gruppo Misto", ha annunciato Di Marzio in Aula.

Il senatore ha spiegato la sua scelta puntando il dito contro gli attacchi ricevuti in seguito alla sua sottoscrizione della richiesta di referendum confermativo per quanto riguarda la riforma costituzionale del taglio dei parlamentari, come riporta l'Adnkronos. La norma, ha aggiunto Di Marzio, è stata votata "solo per disciplina, pur condividendo non soltanto le perplessità al riguardo manifestate da studiosi della materia, ma anche le critiche di quanti hanno argomentato che l'obiettivo del risparmio, invocato a sua giustificazione, avrebbe potuto ottenersi con procedura incomparabilmente più snella e senza dover incidere sul dettato costituzionale, operando cioè una semplice decurtazione degli emolumenti dei parlamentari, ma mantenendone invariato il numero, piuttosto che dimezzarne il numero a retribuzione invariata".

Ma la sua decisione, commenta il senatore, si è "trasformata in motivo di stigma", per cui Di Marzio è stato "additato quale eretico, ovvero, meno eufemisticamente, traditore". Ma non solo la riforma costituzionale: Di Marzio chiama in causa anche le controversie sulle restituzioni, affermando di esserne stato erroneamente coinvolto: e parla delle "cicliche polemiche, concernenti le cosiddette restituzioni effettuate dai portavoce del Movimento che, del tutto casualmente, nelle ultime settimane hanno visto anche me, infondatamente additato, contrariamente al vero, quale responsabile di non aver effettuato alcun versamento da oltre un anno".

Tra espulsioni e addii, ben 31 parlamentari pentastellati hanno deciso di lasciare il Movimento nel corso della legislatura. Da dicembre le uscite sono state 11: gli ultimi, lo scorso 9 gennaio erano stati i deputati Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, anche loro passati al Misto.

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