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Nell’ultima versione della manovra cambia l’assegno unico familiare: spunta tetto Isee a 40mila euro

Nell’ultima bozza della manovra cambia anche l’assegno unico familiare: arriva un tetto Isee all’incremento del 50% dell’assegno per i nuclei con tre o più figli.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nell'ultima versione della manovra economica è stato modificato l'assegno unico per i figli. È stato infatti introdotto un tetto Isee per l'aumento del 50% dell'assegno unico per i nuclei familiari con tre o più figli. L'incremento dell'assegno unico familiare per i nuclei numerosi avviene infatti "per livelli di ISEE fino a 40.000 euro".

L'aumento dell'assegno per i nuclei familiari numerosi prevede, oltre al limite Isee a 40mila euro, anche una soglia temporale e cioè "per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni". 

All'articolo 65 si legge infatti: "A decorrere dal 1° gennaio 2023 per ciascun figlio di età inferiore a un anno, gli importi di cui ai primi quattro periodi del presente comma, come rivalutati ai sensi del comma 11, sono incrementati del cinquanta per cento; tale incremento viene riconosciuto inoltre per i nuclei con tre o più figli per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro".

Rispetto al testo approvato dal Consiglio dei ministri la novità è proprio l'introduzione del paletto Isee per i nuclei numerosi. Il sostegno sarà aumentato del 50% nel primo anno di vita del bambino, e la stessa maggiorazione sarà destinata anche alle famiglie numerose con tre o più figli: in questo caso il 50% aggiuntivo viene concesso per i figli da 1 a 3 anni ma esclusivamente per le famiglie il cui Isee non supera i 40.000 euro l'anno.

Le altre novità della manovra

Il testo della manovra arriverà alle Camere domani, e solo allora le misure saranno chiarite, sia per quanto riguarda i dettagli normativi sia per quello che riguarda gli importi, con costi e coperture. Nell'ultima bozza ci sono in tutto 155 articoli. Alcuni capitoli si sono aggiunti, altri sono scomparsi. Tra le novità anche l'innalzamento da 30 a 60 euro del limite oltre il quale i commercianti sono esentati dall'obbligo di garantire il pagamento con carte e bancomat. Confermato l’innalzamento della flat tax al 15% per gli autonomi fino a un massimo di 85mila euro e la cancellazione delle cartelle, comprese tra il 2000 e il 2015, fino a 1000 euro.

Opzione Donna è ancora un'incognita. Fino a venerdì sembrava che il governo stesse valutando la possibilità di togliere il numero di figli dai criteri per stabilire l'età dell'accesso alla pensione per le lavoratrici. In base all'ultima bozza disponibile la misura è stata prorogata per il 2023, ma tra i criteri per ottenerla bisogna guardare al numero dei figli, all'esigenza di prestare cure in famiglia e anche alla riduzione della capacità lavorativa del soggetto.

L'ultima bozza confermerebbe gli annunci fatti dal governo sulla misura: le lavoratrici potranno andare in pensione anticipatamente con 58 se hanno due figli o più, a 59 anni se ne hanno uno, mentre a 60 anni se non sono madri, "congiuntamente all’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni".

Se si hanno questi requisiti, maturati entro il 31 dicembre 2022, può accedere a Opzione Donna una lavoratrice che si trovi in una delle seguenti condizioni: se assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti; se ha una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74%. Nella platea sono inserite anche le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi.

Venerdì sembrava che il governo stesse valutando una retromarcia, con l'ipotesi di tornare alla norma attualmente in vigore, quindi pensione anticipata con 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti, e 59 anni per le autonome, e 35 di contributi indipendentemente da numero dei figli e senza altre condizioni. Ma bisognerà attendere che il testo della manovra arrivi in Parlamento.

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