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Naufragio migranti a Cutro, Cecilia Strada: “Chi colpevolizza le vittime è il peggio dell’Italia”

L’attivista e portavoce di ResQ – People saving people Cecilia Strada ha parlato della strage di Cutro e di come il pubblico ha reagito al naufragio dei migranti. “Ha mostrato il meglio e il peggio dell’Italia”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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"Mi sembra che questo naufragio abbia tirato fuori il peggio e il meglio di questo Paese. Il peggio è la reazione di colpevolizzare le vittime. ‘Morite a casa vostra senza dare problemi a noi', dicono. Neanche più ‘aiutiamoli a casa loro'. Su Twitter mi proponevano ‘basta mandare armi a loro per risolvere i problemi del loro Paese'. Per persone venute dall'Afghanistan". Cecilia Strada, attivista per i diritti umani ed ex presidente di Emergency, ha commentato così la risposta pubblica alla strage di Cutro, in provincia di Crotone, dove sono morte almeno 71 persone migranti. Il riferimento è anche al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che ha scaricato la responsabilità sulle persone che si trovavano a bordo della barca.

L'intervento è avvenuto nel corso dell'evento "A proposito del soccorso in mare…quello che i media non dicono", organizzato dalla onlus ResQ – People saving people. L'organizzazione, di cui Strada fa parte come portavoce, dall'agosto 2021 gestisce la nave di soccorso ResQ People. Sul sito dell'organizzazione si legge che, nelle prime due missioni di soccorso, la nave battente bandiera tedesca ha soccorso 225 persone. Oggi Luciano Scalettari, presidente di ResQ, ha annunciato che presto la nave ripartirà.

"Il meglio", ha continuato Strada, "sono le cittadine e i cittadini di Crotone. Tutte le mamme che hanno portato un giocattolo o un fiore sulle bare dei bambini. Tutti coloro che hanno accolto il presidente Mattarella a Steccato di Cutro, con degli applausi ma anche chiedendo giustizia. Per non parlare di chi si è buttato in acqua per cercare di recuperare i vivi e i morti".

In generale, ha concluso, "davanti alla morte e all'orrore bisogna scegliere da che parte stare: con chi si rimbocca le maniche, si stringe ai sopravvissuti, rispetta i suoi obblighi etici, oppure con chi si gira dall'altra parte e punta il dito contro le vittime".

"La migrazione disperata odora di benzina e di merda"

In Italia è difficile parlare di migrazioni, ha detto Strada, perché "va avanti da almeno sei anni la propaganda contro le persone migranti e i loro soccorritori, che ha sfasciato questo Paese". Chi parla di persone migranti e di salvataggi in mare, spesso, non riesce a raccontare che "l'odore di una migrazione disperata, che sa di merda e di benzina. La puzza della benzina che queste persone hanno addosso quando riesci a tirarle via da una barchina inadatta ad affrontare il mare. L'odore di quello che hanno dovuto farsi addosso, per giorni su una barca sovraffollata. L'odore del sudore e della paura, di chi ti vede arrivare e fino all'ultimo non sa se sei un soccorritore o una persona che vuole riportarlo indietro. Ha il suono di gente che annega gridando il proprio nome, così magari se c'è qualche sopravvissuto potrà dire a tua madre che sei morto".

L'evento si è concentrato anche sulla copertura mediatica del naufragio di Cutro. Tra le vittime ci sono anche 16 minorenni. "La tragedia", ha detto l'organizzazione, "ha saputo evidenziare quanta differenza ci sia tra chi ci governa e la gente, ma anche la differenza che c’è tra il fare informazione, cronaca e racconto e la propaganda, la strumentalizzazione. Per una testimonianza raccontata dal posto, ci sono colonne intere di editoriali, o serate intere di talk show dove i soliti esperti di tutto pontificano dai loro scranni".

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